followus Inst

Infatti noi tutti siamo stati battezzati in un unico Spirito per formare un unico corpo […] e tutti siamo stati abbeverati di un solo Spirito. (1 Corinzi 12:13)

Il termine abbeverare rappresenta una di quelle tante immagini relative all’acqua usate per descrivere l’opera dello Spirito, con il significato di riempimento e pienezza. Nella Scrittura, troviamo otto immagini inerenti all’acqua in relazione allo Spirito: battesimo (1 Corinzi 12:13); spargimento (Atti 2:33; Tito 3:6); fiumi d’acqua viva (Giovanni 7:37-39); lavacro (Tito 3:5); bere (Giovanni 7:37; 1 Corinzi 12:13); riempimento (Efesini 5:18); pienezza (Luca 4:1; Atti 6:3; 7:55; ); e spegnimento (1 Tessalonicesi 5:19). Noi abbiamo ricevuto la pienezza di Cristo mediante il battesimo nello Spirito. Gesù ha detto: «“Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno”. Disse questo dello Spirito» (Giovanni 7:37-39).

Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili; e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio. Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno. (Romani 8:26-28)

La prima cosa che bisogna notare in questo passo è che esso parla della nostra debolezza nella preghiera: «Non sappiamo pregare come si conviene» (Romani 8:26). Sarebbe più corretto tradurre «Non sappiamo per che cosa pregare» anziché «Non sappiamo pregare come si conviene», ma è comunque accettabile se intendiamo dire che non sappiamo che cosa sia migliore, necessario, o che cosa sia richiesto in una situazione difficile. Il più delle volte sappiamo per che cosa pregare; abbiamo la nostra lista di preghiera e la nostra agenda davanti a noi. Il brano sembra allora riferirsi a quelle situazioni difficili in cui siamo affranti o incerti, e quindi non riusciamo neanche ad articolare le giuste parole in preghiera. Il contrasto si nota in quello che noi sappiamo: «Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno» (Romani 8:28). Noi non sappiamo; noi sappiamo! In questo contesto, lo Spirito ci viene in aiuto. Paolo scrive altrove che pregò «tre volte» Dio perché «allontanasse» da lui la sua spina nella carne (2 Corinzi 12:8). Possiamo credere, dunque, che in quei momenti Paolo gemesse nello Spirito.

Lo Spirito ci guida in molti modi. Per mezzo della sua opera d’illuminazione della Parola di Dio e di testimonianza ai nostri cuori, otteniamo una direzione divina per le nostre prospettive, e per le decisioni che dobbiamo prendere. Lo Spirito potrebbe mettere dei forti impulsi nel nostro cuore, come quelli che ci spingono a cercare qualcuno, a pregare per qualcuno, a parlare a qualcuno, o a muoverci in certe direzioni. Nelle scelte complicate e problematiche, dobbiamo non soltanto pregare, ma cercare il consiglio di altri credenti ripieni di Spirito. Nondimeno, l’insegnamento della Scrittura è contrario a una guida mistica dello Spirito.

Noi non possiamo ricevere Cristo con una fede salvifica senza l’illuminazione dello Spirito: «Perché il Dio che disse: “Splenda la luce fra le tenebre” è quello che risplendé nei nostri cuori per far brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio, che rifulge nel volto di Gesù Cristo» (2 Corinzi 4:6). Ma il ministero di illuminazione è anche il primo e più importante aspetto del ministero dello Spirito nel corso di tutta la vita cristiana, perché non potremmo appropriarci della sua molteplice opera senza comprenderla in maniera adeguata, e non potremmo glorificare Dio senza il ministero della sua Parola nelle nostre vite o nelle nostre chiese.

Free Joomla! template by L.THEME