followus Inst

 

Nel corso della storia le persone sono state affascinate e intrigate da rivisitazioni del racconto della creazione narrato dalle loro culture.
Gli Aztechi attribuivano la creazione a Coaticue (Gonna di Serpenti), una manifestazione della “madre Terra”, i Fenici ai Custodi del Cielo (Zophashamin) e gli ebrei e i cristiani dell'unico vero Dio (Yahweh).Ma vi è uno sfortunato gruppo - i figli dei materialisti atei - che non hanno alcun mito della creazione. Quando un monello curioso chiede chi creò il sole, gli animali e gli uomini, i suoi genitori materialisti, al massimo, possono indirizzarlo a leggere un libro di Carl Sagan o di Richard Dawkins.
Ma che tipo di racconto potrebbero trovarvi? Si dovrebbe dire loro ciò che il famoso astrofisico Stephen Hawking sostiene nel suo libro The Grand Design, ovvero che "l'universo ... creò se stesso dal nulla"?
Dal momento che la spiegazione di Hawking è piuttosto triste e poco articolata per essere il genere di lettura che si fa prima di andare a nanna, ho deciso di raccogliere tutti gli elementi del materialismo e plasmarli in una narrazione presumibilmente accurata, sebbene nello stile di un racconto mitico. Questo è ciò di cui la nostra cultura si è privata per troppo tempo: una storia della creazione per giovani materialisti atei.

* * * * *

Nel principio era il Nulla, e il Nulla creò il Tutto. Quando il Nulla decise di creare il Tutto, riempì un minuscolo punto con il Tempo, il Caso e il Tutto, e lo fece espandere. L'espansione propagò il Tutto nell'Ovunque trasportando il Tempo e il Caso per fagli compagnia. I tre si estesero simultaneamente, perdendo pezzi di se stessi ovunque andassero. Uno di questi luoghi divenne il pianeta Terra.

Essendo stati chiamati efficacementeda Diomediante l’opera potente e soprannaturale dello Spirito Santo a ravvederci della nostra corruzione e dei nostri peccati ed alla fede nel Signore Gesù Cristo, essendo stati rigenerati, suggellati e santificati per essere adottati come figli di Dio a lode della sua gloria ed avendo ricevuto tutto ciò che riguarda la vita e la pietà, affinché camminassimo in novità di vita, perseverando fino alla fine quando ci sarà ampiamente concesso l'ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. ed essendo stati battezzati per immersione sulla base della nostra professione di fede nel nome del Padre, il quale ci ha eletti incondizionatamente prima della fondazione del mondo ad essere adottati come suoi figli, nel nome del Figlio, il quale è morto per noi sulla croce e ci ha redento con il suo prezioso sangue e nel nome dello Spirito Santo, il quale ci ha chiamati in modo irresistibile al ravvedimento ed alla fede,

Noi stabiliamo solennemente e con gioia davanti a Dio il seguente patto

C’impegniamo davanti a Dio e gli uni verso gli altri, invocando il Padre nel nome del Figlio, affinché ci conceda fede, speranza e amore mediante lo Spirito Santo, a camminare insieme nell’amore, a combattere insieme con un medesimo animo per la fede del Vangelo, a promuovere insieme il bene e la prosperità della chiesa, a sostenere insieme la sua dottrina, la sua adorazione, i suoi ordinamenti e la sua disciplina, a sottometterci al suo governo esercitato dai conduttori che essa ha designato, a essere umili gli uni verso gli altri, a incoraggiarci all’amore e alle buone opere, a essere presenti quando la chiesa si riunisce per adorare e servire Dio, a contribuire regolarmente e con gioia al sostegno economico dei suoi ministeri, di coloro che in essa si trovano in estrema indigenza ed a favore dell’evangelizzazione del mondo intero.

C’impegniamo inoltre a mantenere la pratica regolare delle devozioni private e familiari, ad allevare i nostri figli nella disciplina e nell’istruzione del Signore, a rendere una buona testimonianza a quelli di fuori, ad essere lenti all’ira, pronti a perdonare di cuore coloro che vengono meno nei nostri confronti ed a coltivare la gentilezza nei nostri atteggiamenti, a cercare ardentemente la conversione degli inconvertiti e ad essere zelanti nei nostri sforzi e nelle nostre preghiere per l’avanzamento del regno di Dio nel mondo, in special modo in e tramite questa chiesa.

Infine, c’impegniamo a non terminare il presente accordo se non con il consiglio e l’approvazione della chiesa, affinché possiamo mantenere un rapporto rispettoso e fraterno con essa, continuando eventualmente a frequentare una chiesa dove si confessa e si onora la medesima dottrina e si vive nello spirito di questo patto.

Caltanissetta 13 novembre 2006

Ieri, domenica 12 novembre presso il Palacannizzaro di Pian del Lago (Caltanissetta) si è tenuto un incontro ecumenico molto denso di contenuti e straordinariamente partecipato (più di cinquecento sono stati i convenuti) denominato “Giornata cattolico-evangelica Siciliana”. Tale iniziativa richiamava la dichiarazione congiunta cattolico-luterana sulla giustificazione firmata il 31 ottobre 1999 ad Augusta da rappresentati ufficiali della chiesa Cattolica Romana e della Federazione mondiale Luterana.
L’incontro è stato organizzato da un comitato formato dal delegato per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso della diocesi di Caltanissetta, P. Calogero Milazzo, il pastore della chiesa Cristiana Avventista di Piazza Armerina Enzo Paolo Caputo e il pastore della chiesa Valdese di Palermo Giuseppe Ficara.
La “giornata”, iniziata alle 10:30 è stata co-presieduta da Mons. Antonio Adragna (direttore del centro per l’Ecumenismo ed il Dialogo interreligioso della CESI) e dalla Dott. Alessandra Trotta (diacona presso le chiese Valdesi e Metodiste del XVI circuito) ha seguito il seguente programma:

  • Liturgia interconfessionale guidata dalla pastora della chiesa Valdese e metodista alla Noce, Palermo, Elisabetta Ribet;
  • Animazione mimata dal gruppo interconfessionale di Palermo;
  • Conferenza a due voci tra i professori Paolo Ricca (emerito della Facoltà valdese di Teologia di Roma) e James Puglisi (ministro generale dei frati Francescani dell’Atonement e direttore del centro Pro Unione di Roma);
  • Spazio per interventi dei partecipanti;
  • Condivisione di testimonianze di membri e rappresentati delle chiese e dei movimenti intervenuti (una suora, un Avventista, un aderente al Rinnovamento nello Spirito, un Battista, una Luterana e poi, i rappresentati del movimento dei focolari, della parrocchia di S. Giuseppe di Caltanissetta e della chiesa Valdese di Palermo) introdotto dalla pastora Luterana Crista Wolf;
  • Intervallo con musica corale a cura della chiesa Valdese di Palermo e della chiesa Battista di Reggio Calabria;
  • Chiusura con un “messaggio alle chiese” condotto da Mons. Sotir Ferrara, eparca di Piana degli Albanesi e Presidente del Centro Pastorale per l’Ecumenismo ed il dialogo interreligioso della CESI e letto dal Mons. Antonio Adragna.
Nel corso della Giornata è intervenuto il vescovo di Piazza Armerina Mons. Michele Pennisi e, nel tardo pomeriggio ha presenziato Mons. Russotto vescovo della diocesi di Caltanissetta).
Chi scrive ha partecipato alla “giornata” come osservatore e pur, essendosi dovuto assentare per tenere i culti presso la propria chiesa, ha visto e ascoltato le registrazioni degli interventi che non ha potuto seguire di persona.
L’incontro si è svolto in un clima di cordialità ed entusiasmo e, sebbene il programma si sia rivelato eccessivamente denso, in molti hanno “resistito” fino al congedo ufficiale (che si è avuto alle 18,30) riconoscendo che si è trattato di “qualcosa di nuovo”, di “inedito” sul panorama ecumenico italiano, e di “assai rilevante” anche perché “accaduto in Sicilia” che, anche nel cammino ecumenico tra Cattolici ed Evangelici si rivela essere la regione d’Italia all’avanguardia. Fin qui la cronaca.
Molte e varie considerazioni potrebbero farsi: primariamente sulla natura stessa di questo genere d’incontri o anche sul modo squilibrato e molto poco “ecumenicamente corretto” in cui la componente cattolico-romana HA gestito gli interventi, ha parlato e testimoniato (perfino qualche membro del comitato organizzatore si è sentito “offeso” dalla benedizione in nome di “Maria Theotokos” da parte del Vescovo di Caltanissetta, dal debordante marianesimo nelle testimonianze della suora e del membro del Rinnovamento nello Spirito che ha narrato anche di miracoli compiuti da San Pio…), tuttavia, qualcos’altro ha colpito chi scrive. Una semplice constatazione: nella coscienza di coloro che hanno scelto di impegnarsi nel “dialogo ecumenico” gli evangelicali o (come sono stati definiti di recente dal nuovo presidente della FCEI Domenico Maselli) gli “evangelici popolari” sono stati rimossi, non esistono, sono delle non-entità. Mi spiego: sebbene fossero presenti un cospicuo numero di credenti di chiese pentecostali e apostoliche e sebbene il prof. Ricca avesse la consapevolezza della mia presenza, poiché prima del suo intervento gli ero stato presentato come un “Riformato Battista” e (bontà del mediatore!) come “persona avversa a questo genere di ecumenismo” (questa è la fama che mi sono costruito), alla domanda posta dal Past. Caputo sulle motivazioni per le quali alcuni ambienti evangelici abbiano criticato e respinto la dichiarazione congiunta cattolico-luterana sulla giustificazione, la risposta del prof. Ricca è stata letteralmente stupefacente. Ha detto che una prima stesura aveva incontrato le critiche da entrambe la parti (in particolare da quella cattolica Romana nella persona dell’allora Card. Ratzinger), mentre la sua formulazione finale non è stata criticata da nessuno.
Una tale risposta può significare solo due cose:
  1. O rivela una sorprendente e colpevole ignoranza da parte del prof. Ricca sia di quanto accade e viene pubblicato in campo evangelicale in Italia (si pensi a Giustificati per sola fede di Robert C. Sproul da Alfa & Omega, con in appendice una valutazione di Leonardo De Chirico proprio sul documento in questione, e ad altri due libri sul tema pubblicati da Passaggio: Sola fede di R. C. Sproul e Fede spericolata di John McArthur, oltre ad articoli apparsi su varie riviste evangeliche, per non parlare delle prese di posizione – più o meno esplicitate – della componente “conservatrice” delle chiese pentecostali rappresentata dalle Assemblee di Dio in Italia e da molte congregazioni pentecostali indipendenti aderenti o meno alla federazione delle chiese pentecostali) sia di quanto accade e viene pubblicato in ambienti accademici Evangelici per lo meno statunitensi (a parte il già citato R. C. Sproul ricorderò un altro Presbiteriano, Robert Raymond, attualmente professore di Teologia sistematica presso il Knox Theogical Seminary in fort Laurendale, Florida e che ha insegnato per vent'anni presso il Covenant Theological Seminary di S. Luois, autore di una Teologia sistematica molto apprezzata e di molti altri libri tra cui un saggio dal titolo Il conflitto della Riforma con Roma, perché deve continuare dove valuta la dichiarazione congiunta sulla giustificazione).
  2. Ma potrebbe esserci un’altra spiegazione: ovvero che si deve leggere come la negazione del diritto di cittadinanza tra la schiera degli evangelici a coloro che – o per grettezza o semplicemente per coerenza con l’insegnamento dei Riformatori (ai posteri l’ardua sentenza) – si rifiutano di considerate la Riforma del XVI secolo come il risultato di un “difetto di comunicazione”, un equivoco, insomma; ma continuano a ritenerla essenzialmente un “risveglio religioso” e uno scontro più che necessario tra due visioni di Dio, dell’uomo, del mondo e, quindi, del Vangelo antitetiche, alternative e inconciliabili.
Tutto qua! non ci sono altre possibili interpretazioni… e mi si consenta di esprimere forti dubbi sulla prima possibilità. Troppo dotto e “lucido” è il prof. Ricca per compiere una tale “gaffe accademica”.
Cosa fare, fratelli? Beh innanzi tutto ho pensato che dovevate saperlo e, poi, se mi si permette di alzare la mia debole voce, vorrei raccomandare due attitudini:
  1. La prima è quella di evitare sia i piagnistei sia le manovre politiche. Rassegniamoci: noi evangelicali siamo sistematicamente ignorati dalle istituzioni, dai media e dal “protestantesimo storico” e continueremo ad esserlo. Non riusciremo a invertire la tendenza. Sebbene numericamente potremmo costituire una forza, siamo troppo deboli, troppo polverizzati e troppo poco inseriti nel tessuto sociale e culturale per sperare di far sentire la nostra voce ad “alti livelli”. Smettiamo di piangerci addosso e di manovrare (ricorrendo alle “armi carnali”) affinché questo accada. Se accettiamo di assumere la posizione di “evangelicali”, se crediamo davvero che il protestantesimo storico abbia sbagliato ad abbandonare l’ortodossia riformata e a seguire prima il liberalismo teologico e poi la neo-ortodossia e il neo-liberalismo e se crediamo davvero che anche le chiese evangeliche teologicamente conservatrici dovrebbero riflettere profondamente sui richiami della Dichiarazione di Cambridge (http://www.solagrazia.it/documenti/dichiarazione-cambridge.htm), noi ci stiamo ponendo dalla parte della minoranza della minoranza… di un residuo sparuto tra il residuo… Lo dico, credetemi, con sofferenza, sperando di essere libero dall’odioso orgoglio di chi si crede uno dei “pochi eletti e fedeli” o (come è stato detto) da chi affetto dalla “sindrome di Elia”. Lo dico con senso di dolore e vergogna per la mia condizione e per la condizione della mia chiesa perché, se siamo sale, chi stiamo insaporendo? Se siamo luce, chi stiamo illuminando? Ora, se però siamo consapevoli della nostra posizione nel mondo e tra la chiesa professante, perché ci stupiamo di essere snobbati? Perché mai dovremmo pretendere di raggiungere la rispettabilità e il “peso politico”? Gesù ha preannunciato l’odio del mondo per coloro che avrebbero mostrato nel mondo i segni dall’appartenenza a lui… ci siamo dimenticati che stiamo seguendo colui che ha trionfato soffrendo e che per schiacciare il capo del Serpente è stato ferito al calcagno? Siamo forse migliori del nostro Maestro e dei suoi apostoli? O crediamo che il mondo sia migliorato, nel frattempo?
  2. La seconda è cerchiamo i pagani e predichiamo loro il Vangelo. Quanto ho visto ieri mi ha incoraggiato moltissimo, ha acceso il mio cuore di zelo, mi ha persuaso che io e la mia chiesa dobbiamo essere altrove… non in queste riunioni tra “brave persone” togate, titolate e dialoganti… ma tra i pagani che ci circondano. Tra i “pubblicani e i peccatori” del nostro tempo per predicare loro il Vangelo. Questa è la nostra chiamata. Quanti ce ne sono! Gente disperata, schiacciata dal vuoto della nostra epoca che vive vite senza senso e che cerca un senso dove non può trovarlo. E noi cosa stiamo facendo per loro? Cosa stiamo facendo per i nostri connazionali che vivono senza Dio e senza speranza accanto a noi, per i poveri che sono tra noi (poveri sia spiritualmente che materialmente), per i nostri vicini di casa, i nostri colleghi di lavoro, i nostri compagni di classe a scuola? Cosa stiamo facendo per il milione e mezzo di musulmani che vivono in Italia e che devono ascoltare il Vangelo? Che cosa stiamo facendo per tutti i cinesi che sono tra noi? Il vero scandalo non è la divisione dei cristiani ma la mondanità, la pigrizia, l’avarizia, il perbenismo , l’ipocrisia e la “buona educazione cristiana” di chi si professa cristiano. Queste cose ci accecano per non vedere i veri bisogni e per rimanere sordi alle suppliche silenziose di chi non sa, non può o non vuole chiedere aiuto.

Se anche voi sentite così smettiamola con i piagnistei e con le manovre politiche e cerchiamo l’umiliazione e il ravvedimento biblici, cerchiamo il Signore con la preghiera e il digiuno personalmente e corporativamente, con le nostre chiese, cerchiamo i pagani, i bisognosi e salviamoli portando loro il Salvatore del mondo, la Speranza, la Via, la Verità e la Vita.

Nazzareno Ulfo

La dichiarazione di Cambridge

dell’Alleanza degli Evangelici Confessanti

Cambridge, Massachusetts,

20 aprile 1996


Oggigiorno le chiese evangeliche sono dominate sempre più dallo spirito del presente secolo piuttosto che dallo Spirito di Cristo. Come evangelici esortiamo noi stessi a ravvederci da questo peccato e a tornare alla fede cristiana storica.

Nel corso della storia il significato delle parole cambia, proprio come è accaduto ai giorni nostri al vocabolo “evangelico”. Nel passato questo termine serviva come legame per unire cristiani appartenenti a diverse chiese e tradizioni. L’evangelicalismo storico era di natura confessionale, in quanto abbracciava le verità essenziali del cristianesimo definite dai grandi concili ecumenici della chiesa. Oltre a ciò, gli evangelici condividevano l’eredità della Riforma protestante del XVI secolo, riassunta nei cinque “sola”.

Oggi la luce della Riforma si è affievolita in modo notevole. Di conseguenza il termine “evangelico” è divenuto tanto inclusivo da perdere il suo significato, cosicché corriamo il pericolo di perdere quell’unità che ha richiesto secoli per essere realizzata.

A causa della crisi attuale e del nostro amore per Cristo, per il suo Vangelo e per la sua chiesa, cerchiamo di confessare ancora una volta la nostra piena adesione alle verità centrali della Riforma e dell’evangelicalismo storico. Riaffermiamo queste verità non per il ruolo che ricoprono nelle nostre tradizioni, bensì perché crediamo che esse costituiscano il cuore del messaggio della Bibbia.

Sola Scriptura:

l’erosione dell’autorità

Solo la Scrittura è la regola inerrante della chiesa, tuttavia oggi la chiesa evangelica l’ha scissa dalla sua funzione d’esercizio dell’autorità. In pratica, e troppo spesso, la chiesa è guidata dalla cultura. Più che la Parola di Dio sono le tecniche terapeutiche, le strategie del marketing e le voghe del mondo dell’intrattenimento a determinare ciò che la chiesa vuole, come funziona e ciò che offre. I pastori hanno trascurato il loro ruolo legittimo di guida nell’adorazione, anche in relazione al contenuto dottrinale dei canti. Siccome l’autorità della Scrittura è stata in pratica abbandonata e siccome la verità dottrinale è tramontata perdendo la sua rilevanza, la chiesa ha gradualmente privato se stessa dell’integrità, dell’autorità morale e della guida di cui ha bisogno.

Piuttosto che adattare la fede cristiana alle esigenze avvertite dai “consumatori” per soddisfarli, abbiamo il dovere di proclamare la legge di Dio come unica misura della vera giustizia e il Vangelo come unica verità salvifica. La verità biblica è indispensabile per il discernimento, l’edificazione e la disciplina della chiesa.

La Scrittura deve portarci ad andare al di là di quelli che riteniamo essere i nostri bisogni per farci contemplare le nostre vere necessità, liberandoci da una visione di noi stessi condizionata dalle immagini seducenti, dai cliché, dalle promesse e dalle priorità della cultura del mondo. È solo alla luce della verità di Dio che comprendiamo correttamente noi stessi e ciò che il Signore ha provveduto per soddisfare i nostri bisogni. Perciò, la Bibbia deve essere predicata ed insegnata nella chiesa. I sermoni devono esporre la Scrittura e le sue dottrine, non le opinioni del predicatore o le idee in voga. Non dobbiamo accettare nient’altro all’infuori di ciò che Dio ha dato.

Nell’esperienza spirituale individuale, l’opera dello Spirito Santo non può essere scissa dalla Scrittura, perché lo Spirito non parla mai indipendentemente da essa. Senza la Scrittura non avremmo mai potuto conoscere la grazia di Dio in Cristo. Quindi, la prova della verità non è l’esperienza spirituale, bensì l’insegnamento della Bibbia.

Prima tesi: Sola Scriptura.

Riaffermiamo che la Scrittura è inerrante ed è la sola fonte della rivelazione scritta di Dio e l’unica a poter vincolare la coscienza. Solo la Bibbia insegna all’uomo ciò che è necessario affinché sia salvato dal peccato ed è l’unica regola atta a determinare la condotta cristiana.

Neghiamo che un qualche credo, concilio o individuo possa vincolare la coscienza di un cristiano, che lo Spirito Santo parli indipendentemente dalla Bibbia o in modo da contraddirne l’insegnamento e che l’esperienza spirituale individuale possa essere veicolo di una rivelazione divina.

Solus Christus:

l’erosione della fede centrata su Cristo

Siccome la fede degli evangelici si è secolarizzata, i suoi interessi sono mescolati con quelli della cultura dominante. I risultati sono stati lo smarrimento dei valori assoluti, l’individualismo permissivo, la sostituzione del benessere della persona alla santità, del rinnovamento al ravvedimento, dell’intuizione alla verità, delle emozioni alla fede, del caso alla provvidenza e della gratificazione istantanea alla speranza. Cristo e la croce sono stati rimossi dal centro della nostra visione.

Seconda tesi: Solus Christus.

Riaffermiamo che la salvezza dell’uomo è compiuta solo in virtù dell’opera di mediazione del Cristo storico. Solo la sua vita senza peccato e la sua espiazione sostitutiva sono sufficienti per la giustificazione del peccatore e la sua riconciliazione con il Padre.

Neghiamo che il Vangelo sia davvero predicato qualora non si proclami il sacrificio sostitutivo di Cristo e non si esortino i peccatori alla fede in lui e nella sua opera.

Sola Gratia:

l’erosione del Vangelo

Uno dei frutti della natura umana decaduta è la cieca fiducia nell’abilità dell’uomo. Questa falsa fiducia ha ora pervaso tutto il mondo evangelico: dal “vangelo” che promuove la stima di se stessi al cosiddetto “vangelo” della prosperità; da coloro che hanno reso il vero Vangelo un prodotto da vendere e i peccatori consumatori pronti ad acquistarlo, ad altri che considerano vera la fede cristiana solo perché “funziona”. Tutto ciò annulla la dottrina della giustificazione nonostante la si confessi ufficialmente nelle nostre chiese.

La grazia di Dio in Cristo non solo è necessaria alla salvezza, ma è la sua unica causa efficiente. Confessiamo che tutti gli uomini nascono spiritualmente morti e sono incapaci persino di cooperare con la grazia di Dio che rigenera il peccatore.

Terza tesi: Sola Gratia.

Riaffermiamo che nella salvezza siamo liberati dall’ira di Dio solo per la sua grazia. Solo l’opera soprannaturale dello Spirito Santo ci conduce a Cristo, liberandoci dalla schiavitù del peccato e facendoci risorgere dalla morte spirituale alla vita.

Neghiamo che in qualche senso la salvezza sia un’opera dell’uomo. I metodi umani, le tecniche o le strategie non possono compiere da soli tale trasformazione. La fede non è un frutto della natura umana non rigenerata.

Sola Fide:

l’erosione dell’articolo di fede principale

La giustificazione del peccatore è per sola grazia, mediante la sola fede e solo per Cristo. Questo è l’articolo di fede in virtù del quale la chiesa sussiste o cade. Oggi questo articolo è spesso ignorato, distorto o, a volte, persino negato da conduttori, studiosi e pastori che, tuttavia, si professano evangelici. Anche se la natura umana decaduta ha sempre rifiutato di riconoscere il proprio bisogno dell’imputazione della giustizia di Cristo, l’epoca moderna ha gettato molta legna sul fuoco di questo malcontento nei confronti del Vangelo biblico. E noi abbiamo permesso che tale malcontento determinasse la natura del nostro ministero e dei contenuti della nostra predicazione.

All’interno del “Movimento per la crescita della chiesa” (Church Growth Movement), molti credono che, per il successo del Vangelo, la comprensione sociologica dell’uditorio sia tanto importante quanto la verità biblica che si deve proclamare. Il risultato di tali opinioni è che le convinzioni teologiche sono spesso scisse dall’esercizio del ministero. In molte chiese l’orientamento tipico del marketing porta all’estremo tale scissione, annullando la distinzione tra la Parola biblica e il mondo, eliminando l’offesa che reca la croce di Cristo e riducendo la fede cristiana al medesimo insieme di principî e metodi che hanno conferito successo alle aziende di questo mondo.

Anche se questi movimenti professano di credere alla teologia della croce, in realtà la svuotano del suo vero significato. Non c’è altro Vangelo se non quello della sostituzione di Cristo che prese il nostro posto, mediante la quale Dio imputò a lui il nostro peccato ed imputò a noi la sua giustizia. Siccome Cristo portò il nostro giudizio, ora viviamo nella grazia come coloro che sono perdonati per l’eternità, che sono accettati e adottati come figli di Dio. Non v’è alcun fondamento per cui Dio ci accetti se non l’opera salvifica di Cristo: non il nostro patriottismo, né la nostra devozione ad una certa chiesa, né la nostra moralità. Il Vangelo dichiara ciò che Dio ha compiuto per noi in Cristo, non concerne ciò che noi possiamo fare per giungere a lui.

Quarta tesi: Sola Fide.

Riaffermiamo che la giustificazione del peccatore è per sola grazia, mediante la sola fede e solo per Cristo. Nella nostra giustificazione la giustizia di Cristo ci è imputata come la sola che possa soddisfare la perfetta giustizia di Dio.

Neghiamo che la nostra giustificazione si appoggi su qualche merito che possa trovarsi in noi, oppure sulla base di un’infusione della giustizia di Cristo in noi e che un’istituzione che affermi di essere una chiesa che neghi o condanni Sola Fide possa essere riconosciuta come una vera chiesa.

Soli Deo Gloria:

l’erosione dell’adorazione centrata su Dio

Ogni volta che nella chiesa viene meno l’autorità della Scrittura, quando Cristo perde il ruolo centrale nella vita dei credenti, quando il Vangelo è falsato e la fede pervertita, la causa è sempre la stessa: i nostri interessi sono stati sostituiti a quelli di Dio e compiamo la sua opera a modo nostro. Il fatto che Dio non sia più al centro della vita della chiesa è una realtà comune e triste. È a causa di tale perdita che l’adorazione si è trasformata in intrattenimento, la predicazione del Vangelo nell’applicazione di metodologie commerciali, la fede nell’esercizio di una tecnica, l’essere santi nel sentirsi bene e l’essere fedeli nell’avere successo. Il risultato è stato che Dio, Cristo e la Bibbia hanno assunto per noi un significato molto superficiale e, quindi, la loro influenza nella nostra vita è diventata irrilevante e marginale.

Dio non esiste per soddisfare le ambizioni, i capricci, gli appetiti degli uomini, né i loro interessi spirituali privati. Nell’adorazione la nostra attenzione deve essere focalizzata su Dio e non su ciò di cui abbiamo bisogno. Dio, non l’uomo, è il sovrano che dobbiamo adorare. Il nostro cuore deve cercare il regno di Dio, non il nostro successo, la nostra popolarità o il nostro predominio.

Quinta tesi: Soli Deo Gloria.

Riaffermiamo che siccome la salvezza viene da Dio ed è stata compiuta da Dio essa lo glorifica, e che anche noi dobbiamo glorificarlo sempre. Dobbiamo vivere le nostre vite al cospetto di Dio, sotto la sua autorità ed esclusivamente per la sua gloria.

Neghiamo che sia possibile glorificare Dio se l’adorazione che gli offriamo è mischiata a qualche forma di intrattenimento, se trascuriamo la Legge o il Vangelo nella nostra predicazione e se la stima di se stessi, la realizzazione di se stessi o il benessere assumono la natura di alternative al Vangelo.

Un appello al ravvedimento e ad una riforma

La fedeltà della chiesa evangelica nel passato è in profonda contraddizione con la sua presente infedeltà. Anni fa, nel XX secolo, le chiese evangeliche sostennero un notevole sforzo missionario, edificando numerose istituzioni al servizio della verità e del regno di Cristo. A quel tempo la condotta e le aspettative dei cristiani erano nettamente diverse da quelle della cultura dominante. Spesso, oggi, non è più così. Le chiese evangeliche stanno perdendo la loro fedeltà alla Bibbia, la loro visione morale e il loro zelo missionario.

Ci ravvediamo della nostra mondanità. Confessiamo di esserci lasciati influenzare dai “vangeli” proposti dalla cultura secolare che, in realtà, non sono il Vangelo. Abbiamo indebolito la testimonianza della chiesa perché non ci siamo ravveduti seriamente, perché siamo stati ciechi davanti ai peccati che erano in noi benché riuscissimo a distinguerli bene negli altri e perché non abbiamo comunicato adeguatamente il messaggio della salvezza di Dio in Cristo.

Inoltre richiamiamo con fervore quegli evangelici che si sono sviati dalla Parola di Dio cadendo nei peccati che abbiamo indicato in questa dichiarazione. Richiamiamo coloro che affermano che ci sia la speranza della vita eterna senza una fede esplicita in Gesù Cristo, coloro che sono dell’opinione che quanti rigettano Cristo in questa vita saranno annichiliti e non dovranno sopportare il giusto giudizio di Dio mediante il tormento eterno e chi dichiara che gli evangelici e i cattolici romani sono uno in Cristo anche quando si rigetti la dottrina biblica della giustificazione per sola fede.

L’Alleanza degli Evangelici Confessanti, per amore del nome di Cristo, esorta tutti i cristiani a considerare attentamente questa dichiarazione, applicandola alla vita della chiesa nell’adorazione, nel ministero, negli scopi perseguiti e nell’opera di evangelizzazione. Amen.


Alliance

of Confessing Evangelicals

www.AllianceNet.org

Alfa & Omega

C.P. 77 - 93100 Caltanissetta

www.alfaeomega.org - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Free Joomla! template by L.THEME