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Giornata Cattolico-Evangelica Siciliana: Gli evangelicali... non esistono

Caltanissetta 13 novembre 2006

Ieri, domenica 12 novembre presso il Palacannizzaro di Pian del Lago (Caltanissetta) si è tenuto un incontro ecumenico molto denso di contenuti e straordinariamente partecipato (più di cinquecento sono stati i convenuti) denominato “Giornata cattolico-evangelica Siciliana”. Tale iniziativa richiamava la dichiarazione congiunta cattolico-luterana sulla giustificazione firmata il 31 ottobre 1999 ad Augusta da rappresentati ufficiali della chiesa Cattolica Romana e della Federazione mondiale Luterana.
L’incontro è stato organizzato da un comitato formato dal delegato per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso della diocesi di Caltanissetta, P. Calogero Milazzo, il pastore della chiesa Cristiana Avventista di Piazza Armerina Enzo Paolo Caputo e il pastore della chiesa Valdese di Palermo Giuseppe Ficara.
La “giornata”, iniziata alle 10:30 è stata co-presieduta da Mons. Antonio Adragna (direttore del centro per l’Ecumenismo ed il Dialogo interreligioso della CESI) e dalla Dott. Alessandra Trotta (diacona presso le chiese Valdesi e Metodiste del XVI circuito) ha seguito il seguente programma:

  • Liturgia interconfessionale guidata dalla pastora della chiesa Valdese e metodista alla Noce, Palermo, Elisabetta Ribet;
  • Animazione mimata dal gruppo interconfessionale di Palermo;
  • Conferenza a due voci tra i professori Paolo Ricca (emerito della Facoltà valdese di Teologia di Roma) e James Puglisi (ministro generale dei frati Francescani dell’Atonement e direttore del centro Pro Unione di Roma);
  • Spazio per interventi dei partecipanti;
  • Condivisione di testimonianze di membri e rappresentati delle chiese e dei movimenti intervenuti (una suora, un Avventista, un aderente al Rinnovamento nello Spirito, un Battista, una Luterana e poi, i rappresentati del movimento dei focolari, della parrocchia di S. Giuseppe di Caltanissetta e della chiesa Valdese di Palermo) introdotto dalla pastora Luterana Crista Wolf;
  • Intervallo con musica corale a cura della chiesa Valdese di Palermo e della chiesa Battista di Reggio Calabria;
  • Chiusura con un “messaggio alle chiese” condotto da Mons. Sotir Ferrara, eparca di Piana degli Albanesi e Presidente del Centro Pastorale per l’Ecumenismo ed il dialogo interreligioso della CESI e letto dal Mons. Antonio Adragna.
Nel corso della Giornata è intervenuto il vescovo di Piazza Armerina Mons. Michele Pennisi e, nel tardo pomeriggio ha presenziato Mons. Russotto vescovo della diocesi di Caltanissetta).
Chi scrive ha partecipato alla “giornata” come osservatore e pur, essendosi dovuto assentare per tenere i culti presso la propria chiesa, ha visto e ascoltato le registrazioni degli interventi che non ha potuto seguire di persona.
L’incontro si è svolto in un clima di cordialità ed entusiasmo e, sebbene il programma si sia rivelato eccessivamente denso, in molti hanno “resistito” fino al congedo ufficiale (che si è avuto alle 18,30) riconoscendo che si è trattato di “qualcosa di nuovo”, di “inedito” sul panorama ecumenico italiano, e di “assai rilevante” anche perché “accaduto in Sicilia” che, anche nel cammino ecumenico tra Cattolici ed Evangelici si rivela essere la regione d’Italia all’avanguardia. Fin qui la cronaca.
Molte e varie considerazioni potrebbero farsi: primariamente sulla natura stessa di questo genere d’incontri o anche sul modo squilibrato e molto poco “ecumenicamente corretto” in cui la componente cattolico-romana HA gestito gli interventi, ha parlato e testimoniato (perfino qualche membro del comitato organizzatore si è sentito “offeso” dalla benedizione in nome di “Maria Theotokos” da parte del Vescovo di Caltanissetta, dal debordante marianesimo nelle testimonianze della suora e del membro del Rinnovamento nello Spirito che ha narrato anche di miracoli compiuti da San Pio…), tuttavia, qualcos’altro ha colpito chi scrive. Una semplice constatazione: nella coscienza di coloro che hanno scelto di impegnarsi nel “dialogo ecumenico” gli evangelicali o (come sono stati definiti di recente dal nuovo presidente della FCEI Domenico Maselli) gli “evangelici popolari” sono stati rimossi, non esistono, sono delle non-entità. Mi spiego: sebbene fossero presenti un cospicuo numero di credenti di chiese pentecostali e apostoliche e sebbene il prof. Ricca avesse la consapevolezza della mia presenza, poiché prima del suo intervento gli ero stato presentato come un “Riformato Battista” e (bontà del mediatore!) come “persona avversa a questo genere di ecumenismo” (questa è la fama che mi sono costruito), alla domanda posta dal Past. Caputo sulle motivazioni per le quali alcuni ambienti evangelici abbiano criticato e respinto la dichiarazione congiunta cattolico-luterana sulla giustificazione, la risposta del prof. Ricca è stata letteralmente stupefacente. Ha detto che una prima stesura aveva incontrato le critiche da entrambe la parti (in particolare da quella cattolica Romana nella persona dell’allora Card. Ratzinger), mentre la sua formulazione finale non è stata criticata da nessuno.
Una tale risposta può significare solo due cose:
  1. O rivela una sorprendente e colpevole ignoranza da parte del prof. Ricca sia di quanto accade e viene pubblicato in campo evangelicale in Italia (si pensi a Giustificati per sola fede di Robert C. Sproul da Alfa & Omega, con in appendice una valutazione di Leonardo De Chirico proprio sul documento in questione, e ad altri due libri sul tema pubblicati da Passaggio: Sola fede di R. C. Sproul e Fede spericolata di John McArthur, oltre ad articoli apparsi su varie riviste evangeliche, per non parlare delle prese di posizione – più o meno esplicitate – della componente “conservatrice” delle chiese pentecostali rappresentata dalle Assemblee di Dio in Italia e da molte congregazioni pentecostali indipendenti aderenti o meno alla federazione delle chiese pentecostali) sia di quanto accade e viene pubblicato in ambienti accademici Evangelici per lo meno statunitensi (a parte il già citato R. C. Sproul ricorderò un altro Presbiteriano, Robert Raymond, attualmente professore di Teologia sistematica presso il Knox Theogical Seminary in fort Laurendale, Florida e che ha insegnato per vent'anni presso il Covenant Theological Seminary di S. Luois, autore di una Teologia sistematica molto apprezzata e di molti altri libri tra cui un saggio dal titolo Il conflitto della Riforma con Roma, perché deve continuare dove valuta la dichiarazione congiunta sulla giustificazione).
  2. Ma potrebbe esserci un’altra spiegazione: ovvero che si deve leggere come la negazione del diritto di cittadinanza tra la schiera degli evangelici a coloro che – o per grettezza o semplicemente per coerenza con l’insegnamento dei Riformatori (ai posteri l’ardua sentenza) – si rifiutano di considerate la Riforma del XVI secolo come il risultato di un “difetto di comunicazione”, un equivoco, insomma; ma continuano a ritenerla essenzialmente un “risveglio religioso” e uno scontro più che necessario tra due visioni di Dio, dell’uomo, del mondo e, quindi, del Vangelo antitetiche, alternative e inconciliabili.
Tutto qua! non ci sono altre possibili interpretazioni… e mi si consenta di esprimere forti dubbi sulla prima possibilità. Troppo dotto e “lucido” è il prof. Ricca per compiere una tale “gaffe accademica”.
Cosa fare, fratelli? Beh innanzi tutto ho pensato che dovevate saperlo e, poi, se mi si permette di alzare la mia debole voce, vorrei raccomandare due attitudini:
  1. La prima è quella di evitare sia i piagnistei sia le manovre politiche. Rassegniamoci: noi evangelicali siamo sistematicamente ignorati dalle istituzioni, dai media e dal “protestantesimo storico” e continueremo ad esserlo. Non riusciremo a invertire la tendenza. Sebbene numericamente potremmo costituire una forza, siamo troppo deboli, troppo polverizzati e troppo poco inseriti nel tessuto sociale e culturale per sperare di far sentire la nostra voce ad “alti livelli”. Smettiamo di piangerci addosso e di manovrare (ricorrendo alle “armi carnali”) affinché questo accada. Se accettiamo di assumere la posizione di “evangelicali”, se crediamo davvero che il protestantesimo storico abbia sbagliato ad abbandonare l’ortodossia riformata e a seguire prima il liberalismo teologico e poi la neo-ortodossia e il neo-liberalismo e se crediamo davvero che anche le chiese evangeliche teologicamente conservatrici dovrebbero riflettere profondamente sui richiami della Dichiarazione di Cambridge (http://www.solagrazia.it/documenti/dichiarazione-cambridge.htm), noi ci stiamo ponendo dalla parte della minoranza della minoranza… di un residuo sparuto tra il residuo… Lo dico, credetemi, con sofferenza, sperando di essere libero dall’odioso orgoglio di chi si crede uno dei “pochi eletti e fedeli” o (come è stato detto) da chi affetto dalla “sindrome di Elia”. Lo dico con senso di dolore e vergogna per la mia condizione e per la condizione della mia chiesa perché, se siamo sale, chi stiamo insaporendo? Se siamo luce, chi stiamo illuminando? Ora, se però siamo consapevoli della nostra posizione nel mondo e tra la chiesa professante, perché ci stupiamo di essere snobbati? Perché mai dovremmo pretendere di raggiungere la rispettabilità e il “peso politico”? Gesù ha preannunciato l’odio del mondo per coloro che avrebbero mostrato nel mondo i segni dall’appartenenza a lui… ci siamo dimenticati che stiamo seguendo colui che ha trionfato soffrendo e che per schiacciare il capo del Serpente è stato ferito al calcagno? Siamo forse migliori del nostro Maestro e dei suoi apostoli? O crediamo che il mondo sia migliorato, nel frattempo?
  2. La seconda è cerchiamo i pagani e predichiamo loro il Vangelo. Quanto ho visto ieri mi ha incoraggiato moltissimo, ha acceso il mio cuore di zelo, mi ha persuaso che io e la mia chiesa dobbiamo essere altrove… non in queste riunioni tra “brave persone” togate, titolate e dialoganti… ma tra i pagani che ci circondano. Tra i “pubblicani e i peccatori” del nostro tempo per predicare loro il Vangelo. Questa è la nostra chiamata. Quanti ce ne sono! Gente disperata, schiacciata dal vuoto della nostra epoca che vive vite senza senso e che cerca un senso dove non può trovarlo. E noi cosa stiamo facendo per loro? Cosa stiamo facendo per i nostri connazionali che vivono senza Dio e senza speranza accanto a noi, per i poveri che sono tra noi (poveri sia spiritualmente che materialmente), per i nostri vicini di casa, i nostri colleghi di lavoro, i nostri compagni di classe a scuola? Cosa stiamo facendo per il milione e mezzo di musulmani che vivono in Italia e che devono ascoltare il Vangelo? Che cosa stiamo facendo per tutti i cinesi che sono tra noi? Il vero scandalo non è la divisione dei cristiani ma la mondanità, la pigrizia, l’avarizia, il perbenismo , l’ipocrisia e la “buona educazione cristiana” di chi si professa cristiano. Queste cose ci accecano per non vedere i veri bisogni e per rimanere sordi alle suppliche silenziose di chi non sa, non può o non vuole chiedere aiuto.

Se anche voi sentite così smettiamola con i piagnistei e con le manovre politiche e cerchiamo l’umiliazione e il ravvedimento biblici, cerchiamo il Signore con la preghiera e il digiuno personalmente e corporativamente, con le nostre chiese, cerchiamo i pagani, i bisognosi e salviamoli portando loro il Salvatore del mondo, la Speranza, la Via, la Verità e la Vita.

Nazzareno Ulfo

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