Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili; e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio. Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno. (Romani 8:26-28)
La prima cosa che bisogna notare in questo passo è che esso parla della nostra debolezza nella preghiera: «Non sappiamo pregare come si conviene» (Romani 8:26). Sarebbe più corretto tradurre «Non sappiamo per che cosa pregare» anziché «Non sappiamo pregare come si conviene», ma è comunque accettabile se intendiamo dire che non sappiamo che cosa sia migliore, necessario, o che cosa sia richiesto in una situazione difficile. Il più delle volte sappiamo per che cosa pregare; abbiamo la nostra lista di preghiera e la nostra agenda davanti a noi. Il brano sembra allora riferirsi a quelle situazioni difficili in cui siamo affranti o incerti, e quindi non riusciamo neanche ad articolare le giuste parole in preghiera. Il contrasto si nota in quello che noi sappiamo: «Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno» (Romani 8:28). Noi non sappiamo; noi sappiamo! In questo contesto, lo Spirito ci viene in aiuto. Paolo scrive altrove che pregò «tre volte» Dio perché «allontanasse» da lui la sua spina nella carne (2 Corinzi 12:8). Possiamo credere, dunque, che in quei momenti Paolo gemesse nello Spirito.