Lo Spirito ci guida in molti modi. Per mezzo della sua opera d’illuminazione della Parola di Dio e di testimonianza ai nostri cuori, otteniamo una direzione divina per le nostre prospettive, e per le decisioni che dobbiamo prendere. Lo Spirito potrebbe mettere dei forti impulsi nel nostro cuore, come quelli che ci spingono a cercare qualcuno, a pregare per qualcuno, a parlare a qualcuno, o a muoverci in certe direzioni. Nelle scelte complicate e problematiche, dobbiamo non soltanto pregare, ma cercare il consiglio di altri credenti ripieni di Spirito. Nondimeno, l’insegnamento della Scrittura è contrario a una guida mistica dello Spirito.
Hodge ci ricorda:
L’insegnamento interiore dello Spirito va cercato attraverso la preghiera e l’uso diligente dei mezzi designati a tale scopo; le intuizioni dei mistici sono ricercate trascurando questi mezzi […] in un’attesa passiva dell’influsso di Dio sull’anima.
Warfield avverte:
Vi sono certamente diverse ragioni per cui dovremmo cercare di imparare il significato di ciò che intende la Scrittura per «guida spirituale». Pochi sono i temi che si collegano così intimamente alla vita cristiana, di cui i cristiani sembrano essersi fatti, in generale, delle idee così inadeguate ed errate, e da cui non si ricava alcun vantaggio […]. La conseguenza di ciò è che la frase stessa, «essere guidati dallo Spirito», suscita in molti la paura del fanatismo. Molti dei cristiani migliori si guarderebbero bene dall’affermare di «essere guidati dallo Spirito», e accoglierebbero con sospetto una tale dichiarazione da parte di altri, ritenendola indicativa di una religiosità squilibrata. È uno degli effetti più tristi causati dalla stravaganza nella sfera religiosa che, come reazione a ciò, impedisce spesso ai credenti più ingenui di godere dei propri privilegi.
Due brani del Nuovo Testamento parlano della guida dello Spirito: «Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio sono figli di Dio» (Romani 8:14); «Ma se siete guidati dallo Spi-rito, non siete sotto la legge» (Galati 5:18). Warfield ha ragione quando dice: «È primariamente da questi due passi che dobbiamo ricavare la nostra concezione di ciò che la Scrittura intende con l’idea di guida dello Spirito».
Il contesto di Romani 8:14 è quello di mettere a morte i nostri peccati mediante lo Spirito: «Ma se mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, voi vivrete; infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio sono figli di Dio» (Romani 8:13-14). Dunque, lo Spirito ci guida a vivere una vita giusta e vittoriosa, e a distruggere ogni forma di peccato attraverso lo Spirito di Cristo dimorante in noi (Romani 8:9). Il contesto di Galati 5:18 è simile. Paolo parla della carne, che «ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro; in modo che non potete fare quello che vorreste. Ma se siete guidati dallo Spirito, non siete sotto la legge» (Galati 5:17-18). L’apostolo continua parlando delle «opere della carne» (Galati 5:19-21), e poi del «frutto dello Spirito» (Galati 5:22-23). Questa vittoria sulle opere della carne e il corrispondente sviluppo del frutto dello Spirito appartiene a coloro che «hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri» (Galati 5:24). Infine, egli esorta i credenti che hanno ricevuto dallo Spirito la vita spirituale a camminare per lo Spirito (Galati 5:25).
La guida dello Spirito come la troviamo in questi brani ha a che fare con una giusta condotta morale ed etica. Lo Spirito non ci guiderà mai a peccare, a prendere il peccato alla leggera, o a vivere in maniera sconsiderata. Non potremmo mai essere così «ubriachi di Spirito» da vivere in questo modo; piuttosto, lo Spirito ci guida in modo efficace, mentre la legge non sarebbe in grado di farlo. Il decalogo (o i dieci comandamenti) è l’immutabile fondamento morale ed etico del mondo creato da Dio, e tutti gli uomini ne sono responsabili. Esso è la nostra guida e la nostra regola per vivere una vita giusta, ma non possiede alcun potere di controllo su di noi per portarci a ubbidire alle sue richieste, né il potere di impedirci di trasgredirle. Solo lo Spirito può fare tutto questo per noi, e questo è ciò che Paolo intende quando afferma: «Ma se siete guidati dallo Spirito, non siete sotto la legge» (Galati 5:18). È una questione di controllo.
I non credenti si trovano sotto la legge. Essi sono responsabili di fronte alla legge, e sono sotto la sua maledizione perché non ubbidiscono alla legge di Dio, né sono in grado di farlo (Romani 8:7). Ma i credenti sono sotto il potere e il controllo dello Spirito e, perciò, sono resi in grado di ubbidire ai comandamenti di Dio. Paolo dichiara questa verità quando dice: «Affinché il comandamento della legge fosse adempiuto in noi, che camminiamo non secondo la carne, ma secondo lo Spirito» (Romani 8:4). Il significato qui è che noi adempiamo nello Spirito le richieste della legge mentre camminiamo secondo lo Spirito. Non è lo Spirito ad adempiere tali richieste per noi: siamo noi che lo facciamo nello Spirito.
È solo attraverso questa vita di giustizia morale ed etica che noi scorgiamo la guida dello Spirito in ogni ambito dell’esistenza. Questo fu il disegno originario della legge quando fu data sul monte Sinai. La legge costituiva la saggezza del popolo. Mosè disse al popolo: «Le osserverete dunque e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra sapienza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: “Questa grande nazione è il solo popolo savio e intelligente!”» (Deuteronomio 4:6). Il libro dei Proverbi è il frutto delle meditazioni sulla legge di Dio. Salomone disse: «Chi osserva la legge è un figlio intelligente» (Proverbi 28:7); e ancora: «Beato colui che osserva la legge» (Proverbi 29:18). Il Salmo 119 è la più grandiosa espressione della purezza, della potenza, della presenza, e della bontà della legge, e imprime nella nostra mente la concezione che dovremmo avere della legge nella vita cristiana. Essa sovrasta le perversioni farisaiche della legge che Gesù denunciò, e che Paolo contestò qualche volta nelle sue epistole.
FONTE:
John Reuther, Il dono dello Spirito Santo,
Caltanissetta, Alfa & Omega, 2023, pp. 161-164
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