Di Leonardo De Chirico
Non ci avevo mai pensato prima. Da credente evangelico convinto, pensavo di non aver più nulla a che fare con la Chiesa cattolica.
La mia professione di fede, confermata nel battesimo in acqua da adulto, la mia appartenenza ad una chiesa evangelica, l’impegno nel ministero, gli incarichi in organismi evangelici, … tutto concorreva a farmi sentire estraneo alla Chiesa di Roma. Sbagliavo.
Agli atti, risultavo essere ancora membro della Chiesa cattolica. Con il battesimo impartitomi da infante, il mio nome è stato registrato nell’elenco dei membri e lì è rimasto per tutta la mia vita.
Non me ne sono accorto, ma nelle statistiche sono stato contato come cattolico. “Ufficialmente” non ho mai smesso di essere cattolico.
Quando le gerarchie romane vantano che in Italia la percentuale dei cattolici è altissima, in quel numero c’ero anch’io, mio malgrado. Quando i politici sostengono che l’Italia è un Paese “cattolico”, io ho continuato a dare il mio avallo inconsapevole, ma reale.
Non penso di aver mai dato un euro alla Chiesa cattolica, ma indirettamente ho permesso che ingenti finanziamenti giungessero nelle casse vaticane in quanto legittimate dal mio “numero”, uno tra i tanti, ma pur sempre lì.
Qualche tempo fa ho provveduto a chiedere la cancellazione alla parrocchia dove fui battezzato. Dopo un paio di settimane di attesa, è arrivata la risposta: “Questo Ordinariato prende atto della Sua volontà di non voler più essere considerato membro della Chiesa cattolica”. Sottinteso: per tutti questi anni, lo sei stato, consapevole o meno. In tono fermo, mi si dice che, ai sensi del diritto canonico, non potrò fare il padrino per battesimi e confermazioni, non potrò accedere al matrimonio canonico, sarò privato delle esequie ecclesiastiche, sarò escluso dai sacramenti. Non avrei comunque usufruito di nessuno di questi privilegi di membro, ma ora sono veramente considerato estraneo all’istituzione della Chiesa. Da oggi i numeri della Chiesa cattolica subiscono una variazione al ribasso: - 1. Poca cosa si dirà, ma intanto. Ora mi sento più coerente, più libero, più evangelico.
Quanti evangelici, nati in famiglie che hanno loro impartito il battesimo cattolico, sono nelle stesse condizioni? Non si tratta di assumere una posizione polemicamente anti-cattolica. Semplicemente, di registrare che le appartenenze del passato non valgono più. In tutti i sensi.
Raccomandata A/R
Al Parroco
della parrocchia di:
…………………………
indirizzo
…………………………
…………………………
data …………………
OGGETTO: istanza ai sensi dell'art. 7 del Decreto Legislativo n. 196/2003.
Io, sottoscritt__ ……………………………………..., nat__ a ………………….………...,
il ………………..…..., residente a ……………………………………………..……….....,
con la presente istanza, presentata ai sensi dell'art. 7, comma 3, del Decreto Legislativo n. 196/2003, mi rivolgo a Lei in quanto responsabile dei registri parrocchiali.
Essendo stat_ sottopost_ a battesimo nella Sua parrocchia, in una data a me non nota ma presumibilmente di poco successiva alla mia nascita, desidero che venga rettificato il dato in Suo possesso, tramite annotazione sul registro dei battezzati, riconoscendo la mia inequivocabile volontà di non essere più considerat_ aderente alla confessione religiosa denominata "Chiesa cattolica apostolica romana".
Chiedo inoltre che dell'avvenuta annotazione mi sia data conferma per lettera, debitamente sottoscritta.
Si segnala che, in caso di mancato o inidoneo riscontro alla presente istanza entro 15 giorni, mi riservo, ai sensi dell'art. 145 del Decreto Legislativo n. 196/2003, di rivolgermi all'autorità giudiziaria o di presentare ricorso al Garante per la protezione dei dati personali.
Ciò, in ottemperanza del Decreto Legislativo n. 196/2003 (che ha sostituito, a decorrere dall’1/1/2004, la previgente Legge n. 675/1996), in ossequio al pronunciamento del Garante per la protezione dei dati personali del 13/9/1999 ed alla sentenza del Tribunale di Padova depositata il 29/5/2000.
Si diffida dal comunicare il contenuto della presente richiesta a soggetti terzi che siano estranei al trattamento, e si avverte che la diffusione o la comunicazione a terzi di dati sensibili può configurare un illecito penale ai sensi dell'art. 167 del D.lgs. n. 196 del 2003.
Si allega fotocopia del documento d'identità.
Distintamente.
Firma ……………….………