Le missioni (40) - di Paul David Washer
Inizieremo quest’articolo con un'affermazione che sarà indiscutibile per alcuni e controversa per altri: "Il grande mandato riguarda le chiese bibliche che addestrano e inviano dei missionari che possiedono le qualifiche di un anziano, i quali si impegnano a fondare e nutrire delle chiese che condividono la medesima fede e pratica, indipendentemente dalla loro cultura".
Quest’affermazione può risultare discutibile per alcuni e ciò per due ragioni. In primo luogo, nei quasi duemila anni di missioni cristiane sono stati commessi molti errori. Uno dei più gravi è stato quando dei "missionari" hanno voluto imporre qualcosa non scritturale alle popolazioni tra cui lavoravano. Troviamo persino un esempio di questo tipo di abuso nella chiesa primitiva.
In Atti 15 scopriamo che alcuni ebrei convertiti vennero ad Antiochia e cercarono di imporre agli stranieri convertiti qualcosa che andava oltre la Scrittura. Essi insegnavano che, per essere salvati, gli stranieri dovessero adottare la cultura e le usanze dei giudei1 Di conseguenza, Paolo e Barnaba “dissentivano e discutevano vivacemente con loro” e si stabilì di rivolgersi agli apostoli e agli anziani di Gerusalemme per risolvere la questione2. Dopo un’accesa discussione, quelle guide presero la loro decisione, che è riportata in Atti 15:28-29:
"Infatti è parso bene allo Spirito Santo e a noi di non imporvi altro peso all’infuori di queste cose, che sono necessarie: astenervi dalle carni sacrificate agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalla fornicazione; da queste cose farete bene a guardarvi. State sani".
Per noi è molto facile ritornare ad Atti 15 e vedere il pericoloso errore commesso da coloro che cercarono di imporre le usanze ebraiche ai gentili. Tuttavia, non è altrettanto facile vedere quando siamo noi a fare qualcosa di simile nel servizio cristiano che svolgiamo adesso in favore di altri gruppi di persone.
Il secondo motivo per cui la nostra dichiarazione iniziale risulterò discutibile per alcuni consiste nell’errata convinzione che la chiesa debba essere “riprogettata” o “fatta su misura” per ogni cultura. Questa opinione è spesso una reazione eccessiva agli abusi menzionati nel paragrafo precedente. Può anche essere il risultato di una bassa concezione della Scrittura, di una maggiore priorità attribuita alla sensibilità culturale piuttosto che alla fedeltà biblica, del tentativo di rendere il messaggio evangelico meno offensivo o del desiderio di evitare la persecuzione. Qualunque sia la ragione, l'opinione che si possa riprogettare la chiesa per adattarla a una cultura è una negazione della Scrittura e della potenza del Vangelo. Per un missionario, alterare la chiesa per adattarla a un certo gruppo di persone non raggiunte dal Vangelo e alla sua cultura, significa commettere lo stesso errore che ha indebolito la chiesa in Nord America e in Europa. Sia che "occidentalizziamo" la chiesa o che la "orientalizziamo", il risultato è lo stesso: stiamo disobbedendo alla Parola di Dio e deformando la chiesa. Dio ci ha rivelato la sua volontà nella Scrittura affinché sappiamo «come bisogna comportarsi nella casa di Dio”3. Faremmo bene a obbedire.
È vero che ogni chiesa appartenente a un gruppo etnico e culturale diverso avrà caratteristiche uniche, ma tutte quante dovranno obbedire agli stessi comandi e attenersi a ciò che è scritto nella Parola di Dio. Per questo motivo, la fondazione di una chiesa da parte di un missionario di cultura diversa richiederà un grado elevato di timore di Dio, di amore per il suo popolo e di discernimento della sua volontà. La fondazione e il mantenimento di una chiesa biblica sono possibili solo grazie alla potenza dello Spirito Santo e alla presenza di un missionario che sia saturo della Scrittura.
1 Atti 15:1
2 Atti 15:2.
3 1 Timoteo 3:15.