Le missioni (35) - di Paul David Washer
“Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (Matteo 28:19).
“Le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad altri” (2 Timoteo 2:2).
“Non imporre con troppa fretta le mani ad alcuno, e non partecipare ai peccati altrui; consèrvati puro” (1 Timoteo 5:22).
Il grande mandato è stato affidato alla chiesa, è l’opera della chiesa e trova pieno adempimento nell’espansione della chiesa. Perciò, le missioni bibliche possono essere definite come l’invio, da parte di una chiesa o di un gruppo di chiese, di un missionario biblicamente qualificato a piantare e a nutrire un’altra chiesa che condivide la stessa fede e pratica. Per questa ragione, il grande mandato o le missioni non possono essere comprese adeguatamente senza una dottrina della chiesa. Invero, la missiologia può e deve essere studiata come sotto branca dell’ecclesiologia, piuttosto che come disciplina indipendente. Nei prossimi articoli considereremo brevemente quattro compiti primari della chiesa locale rispetto al grande mandato.
L’incubatore e il campo d’addestramento dei missionari Dio può usare e ha usato le migliori e le peggiori biografie di missionari, conferenze sulla missione e incontri giovanili per chiamare uomini e donne sul campo di missione. Cionondimeno, l’incubatore dei missionari è la chiesa locale. Una chiesa biblica nelle mani di Dio è uno strumento potente. Quando i suoi conduttori si impegnano devotamente nello studio della teologia biblica, nella predicazione espositiva, nella preghiera, nel procacciare conversioni genuine, nel discepolare, nella cura pastorale, nella disciplina ecclesiastica e nell’addestramento di anziani biblicamente qualificati, essa porterà molto frutto. Col passare del tempo questo frutto si estenderà al di fuori dei confini di quella chiesa, in uomini e donne biblicamente maturi che saranno chiamati da Dio ad andare nel mondo e fare discepoli. Uno dei testi biblici più fraintesi e citati a sproposito si trova in 2 Timoteo 2:2, dove si legge:
“Le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad altri”.
Molto spesso questo verso è usato per convalidare il ministero di discepolato “uno a uno” o della ”moltiplicazione dei discepoli” nelle chiese locali, nei campus universitari e in altre organizzazioni paraecclesiali1. Ma sebbene la moltiplicazione dei discepoli sia sicuramente un ministero biblico e onorevole, non è questo il significato di 2 Timoteo 2:2. L’apostolo Paolo sta piuttosto ammonendo Timoteo ad addestrare uomini che abbiano le qualifiche richieste a un anziano affinché si occupino della cura pastorale della chiesa di Efeso o affinché possano essere inviati ad aiutare altre chiese o nell’opera di fondazione di nuove chiese in altre regioni. L’esortazione è simile a quella fatta da Paolo a Tito nella lettera che porta il suo nome: “Per questa ragione ti ho lasciato a Creta: perché tu metta ordine nelle cose che rimangono da fare, e costituisca degli anziani in ogni città, secondo le mie istruzioni” (Tito 1:5).
L’addestramento di missionari nel contesto di una chiesa biblica da parte di anziani biblicamente qualificati è assolutamente essenziale per la salute di ogni nostro sforzo missionario. Perché? Perché il grande mandato non riguarda soltanto il fare discepoli, ma anche l’attività di radunare e organizzare questi discepoli all’interno di chiese bibliche2. Poiché lo scopo del nostro impegno missionario è quello di fondare delle chiese bibliche, il miglior campo di addestramento di un missionario è una chiesa biblica.
Questo punto è inamovibile. E tuttavia ciò non proibisce agli anziani e alle chiese locali di lavorare in stretta collaborazione con istituti biblici, facoltà teologiche e seminari. Anche se viviamo in un’epoca contrassegnata dal secolarimo e dal liberalismo, Dio si è riservato molte istituzioni che non hanno piegato le loro ginocchia ai Baal di questo mondo e che credono ancora che la Scrittura sia l’infallibile Parola di Dio. In esse vi sono tanti uomini che hanno speso la loro intera vita a studiare la Scrittura, le lingue, la storia della chiesa, l’archeologia, le missioni, ecc. Sarebbe sciocco, nella migliore delle ipotesi, e peccaminoso, nella peggiore, per una chiesa locale e per i suoi anziani rifiutare queste risorse. Tuttavia, nel lavorare insieme a questi istituti, la chiesa e i suoi anziani non dovranno semplicemente “consegnare” un membro del loro gregge, fosse anche alla migliore facoltà teologica o seminario, se non come farebbe un genitore che affida il proprio figlio a un istruttore. Le università e i seminari possono dimostrarsi di grande aiuto alle chiese, ma non sono una chiesa, né un suo sostituto, e non possono svolgere il compito della chiesa. Sebbene vi possano essere degli insegnanti devoti e timorati di Dio che possono avere un grande impatto sui propri studenti, essi non sono i loro pastori. Per di più, discepolare dei credenti comporta ben più che la loro istruzione. Implica la formazione e il perfezionamento del carattere di Cristo nella comunità della fede (cioè la chiesa locale). Similmente, addestrare dei missionari è più che impartire loro una conoscenza biblica. Comporta anche l’applicazione di quella conoscenza nell’opera di fondazione e di edificazione della chiesa locale. In che modo si fonda una chiesa in una qualunque parte del mondo? Nello stesso modo in cui si pastura una chiesa. Si evangelizza e si pasce il popolo dei convertiti. Queste cose si apprendono meglio nel contesto di una chiesa locale biblica e insieme ai suoi anziani.
A volte i seminari e anche le agenzie missionarie sono state accusate di oltrepassare i loro confini e di usurpare il ruolo della chiesa. Ma questo rimprovero può essere indirizzato, almeno in parte, a quelle chiese locali e ai loro anziani che sono stati negligenti nell’assolvere ai ruoli che Dio ha affidato loro.
1 Paraecclesiale: il prefisso greco parà significa camminare accanto e il termine si riferisce a un ministero che affianca la chiesa per aiutarla. Per esempio lo Spirito Santo è definito “aiuto”, dal greco paràkletos [parà = accanto + kaléo = chiamare], e letteralmente indica uno che è “chiamato al fianco per aiutare”.
2 Dai viaggi missionari di Paolo e dai molteplici riferimenti alle chiese nelle epistole, è innegabile che il grande mandato implichi anche il piantare e il nutrire delle chiese bibliche conformemente alle indicazioni date da Cristo nel Nuovo Testamento.