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La promessa centrale della Pentecoste

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Le missioni (28) - di Paul David Washer

 

«Quando il giorno della Pentecoste giunse, tutti erano insieme nello stesso luogo. Improvvisamente si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dov’essi erano seduti. Apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano e se ne posò una su ciascuno di loro. Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi» (Atti 2:1-4)

Quando si considerano testi e argomenti controversi come il giorno di Pentecoste, occorre fare molta attenzione a non essere reazionari. Prima di tutto, non si può sviluppare la propria teologia reagendo bruscamente contro le eresie di oggi, perché altrimenti si commetteranno gli stessi errori esegetici1 di coloro contro cui si sta reagendo. In secondo luogo, non bisogna permettere ai falsi insegnanti di appropriarsi della propria eredità, che consiste nella vita e nella potenza dello Spirito. L’evangelicalismo è pieno di falsi insegnamenti riguardo allo Spirito Santo. Nel suo nome, infatti, sono state dette cose orribili e compiute atrocità.

Tuttavia, non bisogna permettere che tali falsi insegnamenti e comportamenti risibili allontanino i credenti dallo Spirito Santo, li rendano ciechi al bisogno che hanno della vita e della potenza che provengono dallo Spirito o facciano chiudere loro gli occhi davanti alle grandi promesse delle Scritture. Invece, noi faremo bene a guardare con più attenzione al giorno di Pentecoste, cercando di cogliere quelle verità che sono essenziali per noi oggi. Pertanto, nel resto di questo capitolo si prenderà in considerazione la profezia di Gioele 2:28-32, che Pietro citò il giorno di Pentecoste (Atti 2:16-18), allo scopo di comprendere in che modo essa si applica alla chiesa contemporanea e quale sia la sua funzione rispetto al grande mandato per noi oggi. 

“Ma questo è quanto fu annunciato per mezzo del profeta Gioele: «Avverrà negli ultimi giorni», dice Dio, «che io spanderò il mio Spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri giovani avranno delle visioni, e i vostri vecchi sogneranno dei sogni. Anche sui miei servi e sulle mie serve, in quei giorni, spanderò il mio Spirito e profetizzeranno»”2.

La Pentecoste fu un evento unico

La prima cosa che bisogna riconoscere riguardo alla Pentecoste è che si è trattato di un evento unico nella storia della chiesa. In primo luogo, essa ha rappresentato il momento inaugurale in cui lo Spirito di Dio è stato riversato sulla chiesa, ed è possibile avere una sola inaugurazione! In secondo luogo, essa è stata accompagnata da un fenomeno spirituale unico. Indipendentemente da ciò che si crede sulla cessazione o sulla continuazione dei doni spirituali, tutti devono riconoscere che a Pentecoste si verificarono delle manifestazioni uniche: un potente vento impetuoso, delle lingue di fuoco e la capacità di parlare nelle lingue di diverse nazioni3. Nel libro degli Atti non si legge che questi segni miracolosi si verificarono anche in altre occasioni, tutti insieme, nemmeno in Atti 4:31, dove si narra di una effusione dello Spirito simile a quella di Atti 2.

È importante riconoscere l’unicità del giorno di Pentecoste in modo da non farlo diventare un modello o la cartina di tornasole di tutte le altre effusioni dello Spirito o risvegli verificatesi nella storia della chiesa o anche oggi. Semplicemente non c’è alcuna garanzia biblica per affermare che tutti i successivi risvegli o effusioni debbano evidenziare delle manifestazioni soprannaturali simili a quella di Pentecoste. Bisogna ricordare che nelle profezie dell’Antico Testamento e nelle promesse di Cristo riguardo alla futura effusione dello Spirito, l’accento non viene posto su dei fenomeni soprannaturali, ma sul potere di vivere per Dio e di essere suoi testimoni sulla terra4. Chiunque si entusiasmi per delle manifestazioni di segni e prodigi più che della somiglianza a Cristo e della potenza di proclamare il Vangelo, dimostra una grande immaturità nella fede!

Gli eventi di Pentecoste trovano la giusta applicazione nell'intera epoca della chiesa

Nel suddetto testo citato da Pietro nel giorno di Pentecoste, il profeta Gioele inizia con le parole: “Negli ultimi giorni”. Questa frase è la chiave per comprendere il significato dell’intera profezia e la relativa applicazione, e pertanto risulta assolutamente fondamentale interpretarla correttamente. Vi sono due interpretazioni diffuse ai nostri giorni, secondo le quali gli “ultimi giorni” si riferirebbero al tempo immediatamente prima della seconda venuta, o al recente movimento carismatico del ventesimo secolo. Tuttavia, quando guardiamo da vicino il testo, emerge chiaramente quale sia l’esatto periodo di tempo a cui si riferisce Gioele. Quando gli ebrei increduli cominciarono a prendersi gioco dei discepoli, Pietro replicò alle loro accuse dichiarando che gli eventi a cui essi stavano assistendo, erano un adempimento diretto della profezia degli “ultimi giorni” di Gioele! Ciò dimostra che gli “ultimi giorni” sono iniziati con la prima venuta del Messia, con la sua morte espiatoria, la sua esaltazione e la discesa dello Spirito. Gli ultimi giorni sono iniziati quasi duemila anni fa e continueranno fino alla seconda venuta di Cristo in gloria.

Detto questo, è importante comprendere che l’effusione dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste ha segnato l’inizio della nuova era, e non l’inizio e la fine in un singolo evento. È sbagliato pensare che la profezia di Gioele si applichi solo al giorno di Pentecoste o limitare la sua applicazione solo alla chiesa primitiva. Farlo significherebbe ridefinire gli ultimi giorni! È anche sbagliato pensare che la promessa riguardi solo l’era apostolica. La cosa sorprendente della profezia di Gioele non è che lo Spirito sarebbe stato versato sui conduttori (cioè gli apostoli), ma che sarebbe stato versato su tutto il popolo di Dio: figli, figlie, giovani e vecchi, schiavi, uomini e donne!

È indiscutibile che la profezia di Gioele sia diretta a tutti i cristiani di ogni generazione e, in qualche modo, questa generosa concessione dello Spirito è una promessa che si estende a tutta l’epoca della chiesa. Questo significa forse che i sogni, le visioni e il parlare in altre lingue dovrebbero essere la norma nella nostra esperienza cristiana? Assolutamente no! Uno dei grandi errori che spesso si commettono quando dei credenti sinceri cercano di interpretare la profezia di Gioele è che fissano la loro attenzione su un elemento di minore importanza della profezia e perdono di vista la promessa più grande. Gioele si rallegra forse del fatto che un giorno il popolo di Dio farà dei sogni, avrà delle visioni o parlerà in lingue? La grande speranza e gioia dei profeti consisteva semplicemente nel sapere che sarebbe venuto il giorno in cui il popolo di Dio avrebbe sperimentato fenomeni soprannaturali? Assolutamente no! Come vedremo, la profezia di Gioele e altre simili proclamavano che i giorni del Messia sarebbero stati straordinari perché il popolo di Dio avrebbe posseduto una conoscenza di lui senza precedenti e sarebbe stato rivestito della sua vita e del suo potere. E così, essi avrebbero vissuto una vita gradita a Dio e lo avrebbero servito come suoi testimoni fra le nazioni.

La profezia di Gioele nel suo giusto contesto

Una delle ragioni principali della confusione intorno alla profezia di Gioele è che spesso essa viene interpretata in modo indipendente dalle altre promesse del nuovo patto. Eppure, quando la si confronta con le altre promesse, si osservano importanti somiglianze, utili a capire le verità che Gioele ha voluto comunicare. Si noterà, infatti, che tutti i profeti che hanno parlato degli “ultimi giorni” del Messia, si sono espressi allo stesso modo e all’unisono riguardo alle benedizioni che sarebbero state elargite abbondantemente alla chiesa del Nuovo Testamento! Tra queste benedizioni, le più importanti e menzionate frequentemente sono: la nuova natura, una straordinaria conoscenza di Dio e della sua volontà, e lo Spirito che dimora nei credenti producendo vita in abbondanza e potenza.

Una nuova natura:

“Darò loro uno stesso cuore e una stessa via” (Geremia 32:39).

“Io darò loro un medesimo cuore, metterò dentro di loro un nuovo spirito, toglierò dal loro corpo il cuore di pietra e metterò in loro un cuore di carne”. (Ezechiele 11:19)

“Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne” (Ezechiele 36:26).

Una straordinaria conoscenza di Dio:

“Io metterò la mia legge nell’intimo loro, la scriverò sul loro cuore” (Geremia 31:33).

“«Nessuno istruirà più il suo compagno o il proprio fratello, dicendo: ‘Conoscete il Signore!’, poiché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande», dice il Signore” (Geremia 31:34).

“I vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri vecchi faranno dei sogni, i vostri giovani avranno delle visioni” (Gioele 2:28).

“Poiché la conoscenza della gloria del Signore riempirà la terra, come le acque coprono il fondo del mare” (Abacuc 2:14; Isaia 11: 9).

Lo spirito che dimora nel credente e gli dona potenza:

“Metterò dentro di voi il mio Spirito e farò in modo che camminiate secondo le mie leggi, e osserviate e mettiate in pratica le mie prescrizioni” (Ezechiele 36:27).

“Io profetizzai, come egli mi aveva comandato, e lo Spirito entrò in essi: tornarono alla vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, grandissimo” (Ezechiele 37:10).

“Io spargerò il mio Spirito su ogni persona” (Gioele 2:28).

“Anche sui servi e sulle serve spargerò in quei giorni il mio Spirito” (Gioele 2:29).

Il fulcro della profezia di Gioele non è che i credenti, in virtù dell’opera del Messia, avrebbero sperimentato la meraviglia delle parole, delle visioni e dei sogni profetici. Il profeta usa, piuttosto, una terminologia comunemente usata dai profeti per esprimere qualcosa di molto più grande, e cioè che la chiesa avrebbe posseduto una straordinaria conoscenza di Dio e della sua volontà. La grande speranza di Gioele e degli altri profeti, era che attraverso l’opera redentrice del Messia, il popolo di Dio sarebbe stato radicalmente trasformato in una nuova creazione, che avrebbe posseduto una conoscenza straordinaria della persona e della volontà di Dio, e che lo Spirito Santo avrebbe dimorato in loro e li avrebbe rivestiti di una potenza straordinaria, affinché essi potessero vivere per la gloria di Dio e come suoi testimoni nel mondo!

Questa è la verità centrale della profezia di Gioele e il significato della Pentecoste su cui ci si deve concentrare e che bisogna desiderare. Noi non dobbiamo cercare sogni, visioni o parole di sedicenti profeti, ma la verità che lo Spirito rivela attraverso le Scritture ispirate e inerranti5. Dobbiamo ricercare un aiuto sempre maggiore o la potenza dello Spirito Santo che ci consentirà di proclamare la Parola con potenza e di vivere la Parola che proclamiamo. Sono queste, dunque, le cose che dobbiamo ricercare costantemente; sono le cose che sono state promesse, non solo dai profeti dell’Antico Testamento, ma anche da Gesù stesso:

“Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno”
(Giovanni 7:38).
“Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra” (Atti 1:8).

NOTE

1 Sono errori esegetici quelli commessi errori nell'interpretazione della Bibbia che portano a errori di tipo dottrinale e pratico.

2 Atti 2:16-18.

3 Atti 2:2-6.

4 Atti 1:8.

5 2 Timoteo 3:15-17.

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