Tavola rotonda sul cattolicesimo contemporaneo

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Prima parte

Seconda parte

Sabato 6 dicembre, a Caltanissetta, presso i locali della sala conferenze di Regalpetra gentilmente messi a disposizione dal Comune di Caltanissetta, alla presenza di un pubblico costituito da circa settanta persone, si è svolta la tavola rotonda che aveva come tema centrale il dibattito attuale sul cattolicesimo contemporaneo. La tavola rotonda è stata presieduta dal Past. Nazzareno Ulfo (Chiesa Cristiana Evangelica “sola grazia” di Caltanissetta) e sono intervenuti come relatori: il Dott. Davide Romano, giornalista specializzato in informazione religiosa e autore del libro La pagliuzza e la trave (La Zisa, Palermo, 2007); il Prof. Alberto Maira, reggente provinciale di Alleanza Cattolica e Presidente dell’Istituto Testasecca di Caltanissetta; il Prof. Leonardo De Chirico, Vice presidente dell’Alleanza Evangelica Italiana e autore del libro Evangelical Theological Perspectives on Post-Vatican II Roman Catholicism (Bern-Oxford: Peter Lang, 2003).

Alle 18:30, dopo i saluti e una breve introduzione da parte del Past. Ulfo i tre relatori si sono alternati in un primo giro di interventi di circa venti minuti ciascuno a cui è seguito un altro breve giro di repliche e, infine, una sessione di domande e risposte con una decina di interventi da parte del pubblico che ha posto domande alle quali i relatori chiamati in causa hanno risposto competentemente. Quest’ultima parte, assai partecipata ed a tratti anche “accesa”, ha fatto sì che i lavori si prolungassero oltre il tempo stabilito fino alle 21:00 circa.
La discussione ha preso le mosse dal contenuto del libro di Davide Romano (il quale è stato recentemente scomunicato dalla chiesa cattolica romana) che, raccontando dei “fatti” (in parte contestati da Alberto Maira) ha delineato alcuni tratti del cattolicesimo contemporaneo, con particolare riferimento alla realtà siciliana. Attingendo dalla sua esperienza personale di giornalista e dalle inchieste svolte negli anni, ha dato un’immagine della chiesa cattolica che, nelle sue gerarchie, esercita continue pressioni sulla stampa, tace e copre le questioni interne maggiormente imbarazzanti, che nello svolgimento del suo servizio è legata a filo doppio con la politica del territorio in un intreccio di gestione del potere e affari e che, in genere, è stata piuttosto riluttante a denunciare i mali endemici della Sicilia (a cominciare dal fenomeno e dalla mentalità mafiosi). Alberto Maira ha replicato smentendo alcune affermazioni fatte da Romano nel suo libro (in particolar modo ha citato una sentenza dell’agosto 2007 - successiva quindi all’uscita del libro che è dell’aprile dello stesso anno - in cui si dichiara che Giovanni Cantoni, fondatore di Alleanza Cattolica, non ha mai conosciuto Franco Freda, diversamente da quanto affermato né La pagliuzza e la trave, pag. 53) ed ha poi orientato il suo intervento in un’altra interessante direzione: considerata la frammentazione, il relativismo e il crollo di valori che caratterizzano la postmodernità e alla luce del fenomeno dell’emergenza di movimenti religiosi assai vitali nell’area evangelicale, ha auspicato che, sul modello americano, si possa creare un’asse cattolico-evangelica che lotti in favore dei temi della famiglia e della vita, e a contrasto del secolarismo e dell’ateismo materialista di cui sono imbibite la cultura e la società contemporanee. Leonardo De Chirico, pur apprezzando il lavoro di Romano, ha affermato che se il metodo della critica su basi sociologiche e politiche del malcostume affermatosi nel campo dei rapporti tra i centri di potere di Chiesa e Stato fosse esteso anche all’ambiente evangelico – ahimè - rivelerebbe che, più che di un “vizio” esclusivamente cattolico romano, si tratta di un male dal quale non è esente nemmeno un certo evangelicalismo siciliano. Ha poi indicato la vera crux della questione: il cattolicesimo romano ha frainteso e modificato l’insegnamento di Cristo sul rapporto tra Dio e Cesare, ovvero tra Chiesa e Stato e qualunque tipo di confronto tra cattolici ed evangelici, che è auspicabile, che deve essere aperto, onesto e fatto da persone davvero competenti, non potrà iniziare se non vi è dalla parte cattolica la rinuncia alla doppia natura di Chiesa-Stato. Ciò, infatti, determinerebbe nuove prospettive sul rapporto con la modernità, la laicità e col “mondo”. De Chirico ha concluso affermando che i grandi slogan espressi nei “cinque sola” che contengono l’essenza della teologia della Riforma e che esprimono la scelta dei protestanti contrapposta all’inclusivismo dei “cinque et” dei cattolici, devono continuare ancora oggi a costituire i punti fermi della parte evangelicale in ogni valutazione del cattolicesimo romano e in ogni tentativo di dialogo, pena l’omologazione e la virtuale assimilazione dell’evangelicalismo.
La tavola rotonda ha anche evidenziato un fatto assai interessante che sarà utile mettere in risalto per rendere un servizio a tutte le chiese evangelicali italiane. Le frange più illuminate e pensanti del cattolicesimo contemporaneo, assolutamente deluse e critiche a riguardo delle “politiche ecumeniche” attuate fino ad ora dalla loro chiesa, ritengono futile continuare a dialogare con quelli che fino ad oggi sono stati i principali interlocutori (Valdesi, Battisti, Metodisti, Luterani). L’esponente di Alleanza Cattolica (che è anche uno stretto collaboratore del CESNUR) ha detto apertamente che, dati alla mano, questi, nel quadro sociologico italiano, non costituiscono una forza quantitativamente e potenzialmente significativa. Una tale valutazione è probabilmente dovuta al fatto che viene chiaramente percepito che queste chiese non si lascerebbero inglobare perché possiedono una forte e consapevole identità e si attengono a posizioni teologiche ed etiche incompatibili con quelle del “cattolicesimo D.O.C.” perché valutate come estremamente liberali. Così, le nuove frontiere dell’ecumenismo cattolico “illuminato” sono e saranno quelle del pentecostalismo; primariamente perché visto come la forza più vitale e in crescita tra le realtà non cattoliche (in Italia e nel mondo) e, secondariamente, perché si spera che sia più facilmente addomesticabile e assimilabile, se non in senso confessionale, almeno a sostegno di alcune battaglie. È quindi chiaro che i pentecostali sono considerati “territorio da conquistare” e questo dovrebbe suonare come un grosso campanello d’allarme alle orecchie di chi oggi, tra questi fratelli, in modo piuttosto improvvisato e ingenuo, si lascia attirare dalle sirene di un “dialogo ecumenico di seconda generazione” che rischia di essere ancora più pericoloso e vano di quello precedente.

 

 
Nazzareno Ulfo

L. De Chirico, D. Romano, N. Ulfo, A. Maira

Da sinistra a destra: Leonardo De Chirico, Davide Romano, Nazzareno Ulfo, Alberto Maira

 

Uditorio

Una panoramica del pubblico partecipante alla tavola rotonda

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