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Il primato del Vangelo

paul washer round

Le missioni (17) - di Paul David Washer

 

«Quanto sono belli i piedi di quelli che annunciano buone notizie» (Romani 10:15)

«Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l'ho ricevuto anch’io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le scritture; che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture» (1 Corinzi 15:3-4)

Il primo e il principale elemento che costituisce l’adempimento del grande mandato è la comunicazione del Vangelo di Gesù Cristo ad altri e l’edificazione di quelli che credono mediante la continua istruzione nel Vangelo e in tutto il consiglio di Dio. L’apostolo Paolo ha dichiarato che il Vangelo non soltanto è «la potenza di Dio» per la salvezza dei perduti[1], ma è anche il grande mistero che produce l’autentica pietà nella vita dei santi[2]. Per questa ragione è doveroso dire che non c’è alcun grande mandato là dove il Vangelo è assente. In effetti, senza il Vangelo non può esserci neanche il cristianesimo!


 

Il Vangelo in breve

La parola “vangelo” deriva da quella greca euangélion che è adeguatamente tradotta con “buona notizia”. In un certo senso possiamo trovare il Vangelo in ogni pagina delle Scritture, ma è altrettanto vero che questo termine si riferisce a un messaggio specifico: la salvezza voluta da Dio per il suo popolo decaduto e che è stata compiuta mediante la vita, la morte, la risurrezione e l’ascensione di Gesù Cristo, il Figlio di Dio.

Il Padre si è compiaciuto[3] che l’eterno suo Figlio che è uguale al Padre ed è l’esatta rappresentazione della sua natura[4], lasciasse volontariamente la gloria del cielo, che fosse concepito come uomo mediante lo Spirito Santo nel grembo di una vergine e che nascesse come il Dio-uomo, entrando nel mondo come Gesù Cristo di Nazaret[5]. Da uomo egli ha camminato sulla terra in perfetta ubbidienza e adempiendo pienamente la legge di Dio[6]. Nella pienezza del tempo è stato rifiutato dagli uomini e crocifisso. Sulla croce ha portato il peccato dell’uomo e ha sopportato l’ira di Dio morendo al posto dell’uomo[7]. Il terzo giorno è risuscitato dai morti. La sua risurrezione costituisce la dichiarazione divina che il Padre ha accettato la morte e il sacrificio del suo Figlio per il peccato, ovvero che il prezzo per la colpa e la disobbedienza dell’uomo è stato pagato, che le richieste della giustizia di Dio sono state soddisfatte e la sua ira placata[8]. Dio, adesso, può perdonare il peccatore senza far torto né violare la sua giustizia. Secondo le parole di Paolo, egli può essere «giusto e giustificare» coloro che hanno fede in Gesù[9]. Quaranta giorni dopo essere risuscitato, il Figlio di Dio è asceso al cielo e si è seduto alla destra del Padre, ricevendo ogni gloria, onore e dominio[10]. Lì, alla presenza di Dio, egli rappresenta il suo popolo e presenta al Padre delle richieste per conto loro[11]. Tutti coloro che riconoscono la loro condizione di peccatori incapaci di salvare se stessi, che si ravvedono della loro ribellione e che si gettano tra le braccia di Cristo mediante la fede saranno pienamente perdonati, dichiarati giusti e riconciliati con Dio[12].

Il Vangelo di Gesù Cristo è il più grande tesoro che sia stato dato alla chiesa e ai singoli cristiani. Non è un messaggio tra i tanti, ma è il messaggio al di sopra di tutti gli altri. La potenza di Dio per la salvezza[13] è la più grande rivelazione della multiforme sapienza di Dio manifestata agli uomini e agli angeli[14]. Per questa ragione l’apostolo Paolo ha assegnato “il primo posto” nella sua predicazione proprio al Vangelo[15], impegnandosi con tutta la sua forza a proclamarlo con chiarezza[16], e giungendo perfino a pronunciare una maledizione su chiunque ne avesse pervertito la sua verità[17].

Esortazione ai missionari

Considerando il fatto che il Vangelo di Gesù Cristo è il messaggio centrale dell’opera di redenzione compiuta da Dio e che è il tema del grande mandato, dobbiamo porre a noi stessi le seguenti domande: «Quanto tempo della nostra vita cristiana abbiamo dedicato alla comprensione delle grandi verità del Vangelo? Con quale rigore ci siamo dedicati a formarci in modo da poter comunicare adeguatamente queste verità ad altri? Cosa siamo riusciti a compiere, in tutta la nostra fatica? Abbiamo forse trascurato il messaggio delle missioni perché ci siamo impegnati in opere di minore importanza?»

Gli uomini non sono salvati dai missionari! Non sono le strategie a salvare le persone! Solo il Vangelo salva[18]! Pertanto non dovremmo mai nemmeno lasciarci sfiorare dall’idea di andare nel campo di missioni fintanto che non ci saremo dedicati allo studio di questo indispensabile messaggio della nostra fede! Le Scritture ci dicono che «Esdra si era dedicato con tutto il cuore allo studio e alla pratica della legge del Signore, e a insegnare a Israele le leggi e le prescrizioni divine»[19]. Se lo scriba Esdra ha dimostrato una tale devozione nei confronti della legge che, come sappiamo, «possiede solo un’ombra dei beni futuri, non la realtà stessa delle cose»[20], quanto più noi dovremmo essere interamente dediti alla comprensione e alla chiara comunicazione del Vangelo? Davide dichiarò: «Mi ferve in cuore una parola soave… la mia lingua sarà come la penna di un veloce scrittore»[21]. Quanto più il missionario dovrebbe essere in grado di dire che il Vangelo è il tema del suo cuore e la sua lingua è come la penna di uno scriba esperto nel Vangelo.

L’esortazione che vi ho appena rivolta potrebbe sembrare eccessiva, ma se è così, bisogna attribuirlo al fatto che viviamo in un epoca che spesso considera il Vangelo come qualcosa che è poco più di alcune “leggi spirituali” che sono in grado di aprire le porte del cielo. Sebbene, a parole, si attribuisca grande importanza al Vangelo, nella pratica esso viene trattato di rado come il messaggio più grande e più profondo della fede cristiana o come qualcosa che richiede lo studio riverente e serio di tutta la vita. In effetti sono in molti, oggi, quelli che considerano il Vangelo come “l’ABC del cristianesimo”[22], come “il latte della parola” che può essere facilmente digerito[23] in modo da spostarsi presto a verità più grandi e profonde. Tuttavia, una tale concezione tradisce la nostra ignoranza delle Scritture. È pur vero che gli elementi essenziali del Vangelo possono essere compresi anche da un bambino in modo che egli riceva la saggezza che conduce alla salvezza mediante la fede che è in Cristo Gesù[24], tuttavia il Vangelo è anche talmente complesso che le più grandi menti umane e angeliche non potranno mai scandagliarne le profondità e scalarne le altezze, e perfino gli studiosi più eruditi si consumeranno interamente, prima di avere lambito soltanto i piedi di questa montagna.

Il missionario è principalmente un “portatore del Vangelo”. Pertanto, gli è richiesto nel modo più solenne che, al di sopra di qualunque altra cosa, dedichi la propria vita allo studio e alla proclamazione del Vangelo. Soltanto coloro che scorgono la priorità del Vangelo e che dedicano tutta la loro vita alla comprensione e alla proclamazione delle sue verità hanno il diritto di portare il titolo di “missionari”. Cosa può esserci di più assurdo e dannoso del mandare un esercito di missionari benintenzionati, ma con una comprensione superficiale del Vangelo, un apprezzamento limitato della sua grandezza e che ne proclameranno in modo superficiale le verità? I missionari portano il seme che crescerà, metterà radice per poi poter produrre tronchi e rami che dovranno fruttificare tra i popoli ai quali essi sono stati inviati. È spaventoso dover pensare che il seme che portiamo possa non essere puro e produrre un frutto di morte piuttosto che un frutto di vita!

Ogni generazione di cristiani è amministratrice del messaggio del Vangelo ed è chiamata a custodirlo mediante lo Spirito Santo perché le è stato affidato questo tesoro[25]. Se si vuol essere amministratori fedeli occorre essere assorbiti dallo studio del Vangelo, faticare per comprendere a fondo le sue verità[26] e dedicarsi a custodirne il contenuto. Così facendo assicureremo la salvezza sia di noi stessi che di quelli che ci ascoltano[27]. L’efficacia missionaria della chiesa globale aumenterà grandemente se i suoi missionari si impegneranno sul serio allo studio della teoria, della proclamazione e della pratica del Vangelo.

Uno dei più grandi crimini di questa generazione di cristiani è la negligenza del Vangelo ed è da questa negligenza che derivano tutti gli altri mali. Il mondo perduto non è “indurito nei confronti del Vangelo” ma è principalmente “ignorante del Vangelo” perché molti di quelli che lo proclamano ne ignorano le verità fondamentali. Da molti pulpiti della nostra nazione e da molti campi missionari sono del tutto assenti i temi essenziali che costituiscono il cuore del Vangelo: la giustizia di Dio; la completa corruzione dell'uomo ; l’imputazione del nostro peccato su Cristo; la giusta ira che Dio ha riversato su Cristo; la necessità della risurrezione di Cristo; l’opera attuale compiuta da Cristo nel suo triplice ministero di Profeta, Sacerdote e Re; l’opera di rigenerazione dello Spirito Santo; la natura del ravvedimento e della fede salvifica; la dottrina della giustificazione e l’imputazione della giustizia di Cristo a coloro che credono; i segni caratteristici dell’autentica conversione; le fondamenta bibliche per la certezza della salvezza del credente. In molti casi queste grandi dottrine sono state neglette e il messaggio del Vangelo è stato ridotto a poche affermazioni di “lineamenti dottrinali”, la conversione è diventata una semplice decisione umana e la certezza della salvezza viene pronunciata su chiunque recita la “preghiera del peccatore”. Questo è un grande crimine.

L'amministrazione del Vangelo affidata a un missionario è un affare di massima importanza. Per questa ragione, piuttosto che lanciarsi in questa impresa animati da uno zelo cieco, bisogna essere certi di avere piedi, menti e cuori ben fondati sulla verità. Conosciamo davvero il Vangelo o abbiamo semplicemente imparato un certo metodo di evangelizzazione? A rischio di sembrare troppo severo, devo concludere questo articolo rivolgendomi in modo diretto a chi legge: una persona che non è stata istruita nel Vangelo di Gesù Cristo non ha alcun diritto di stare nel campo missionario. Il missionario con una visione superficiale del Vangelo è un disastro e nei confronti della realizzazione del “grande mandato”, ma il missionario che ha a cuore e riconosce la supremazia del messaggio del Vangelo, che lo studia diligentemente e lo proclama chiaramente è il più prezioso degli operai. Come l’apostolo Paolo, sebbene la sua presenza fisica potrebbe apparire debole e la sua parola cosa da nulla[28], egli sarà un servitore molto utile e, nelle mani di Dio, sarà in grado di trasformare nazioni, tribù, popoli e lingue con il singolare messaggio che proclama.


NOTE

[1] Romani 1:16: «Infatti non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede; del Giudeo prima e poi del Greco».

[2] 1 Timoteo 3:16: «Senza dubbio, grande è il mistero della pietà…».

[3] Atti 2:23.

[4] Filippesi 2:6; Ebrei 1:3.

[5] Filippesi 2:7; Luca 1:35.

[6] Ebrei 4:15.

[7] 2 Pietro 2:24; 1 Pietro 3:18; Isaia 53:10.

[8] Luca 24:6; Romani 1:4; Romani 4:25.

[9] Romani 3:26.

[10] Ebrei 1:3; Matteo 28:18; Daniele 7:13-14.

[11] Luca 24:51; Filippesi 2:9-11; Ebrei 1:3; Ebrei 7:25 1:8-9.

[12] Marco 1:15; Romani 10:9; Filippesi 3:3.

[13] Romani 1:16.

[14] Efesini 3:10.

[15] 1 Corinzi 15:3.

[16] Colossesi 4:4.

[17] Galati 1:8-9.

[18] Romani 1:16; Atti 4:12.

[19] Esdra 7:10.

[20] Ebrei 10:1.

[21] Salmi 45:1.

[22] L’originale ha “Christianity 101”. L’espressione “101” che viene letta “one o one” è molto usata in internet e si riferisce all’istruzione introduttiva su qualunque argomento. Per questa ragione si è tradotto come “ABC” (N.d.T.)

[23] Ebrei 5:12-13; 1 Pietro 2:2.

[24] 2 Timoteo 3:15.

[25] 2 Timoteo 1:14.

[26] 1 Timoteo 4:15.

[27] 1 Timoteo 4:16.

[28] 1 Corinzi 2:1-5; 4:9-13; 2 Corinzi 10:10.

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