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Chi è Gesù Cristo, qual è il senso della sua vita, del suo insegnamento, della sua morte e della sua risurrezione? Come devono essere lette e interpretate le sue parole e la sua vicenda storica oggi? Dall'inizio della storia del Cristianesimo moltitudini di uomini e donne hanno risposto nei modi più svariati all'emblematica domanda che egli pose ai suoi primi discepoli: «E voi chi dite che io sia?» (Matteo 16:15).

Uno studioso contemporaneo ha affermato: «Cristo non ha cessato di assillare e di inquietare le intelligenze filosofiche; ed anche dove è in parte o del tutto assente... tale assenza suscita come l'impressione... di una "cancellatura"»

È arrivata ancora una volta la stagione "natalizia", ma quante persone parleranno e si interrogheranno seriamente sul "mistero di Cristo"? Quanti saranno coloro che non si accontenteranno di "informazioni di seconda mano" di "riscritture" della sua venuta? Certamente il modo più valido e serio per conoscere e comprendere chi egli fu ed è e quale sia stato e sia il significato e lo scopo della sua missione è quello di rivolgerci ai testimoni oculari, a coloro che costituirono la prima e più intima cerchia dei suoi discepoli. L'apostolo Giovanni è uno di loro e, in uno dei suoi scritti spiega, in modo assai sintetico ma efficace, la ragione per la quale Gesù Cristo è venuto o, per usare le sue parole "è stato manifestato".

Chi è Gesù Cristo, qual è il senso della sua vita, del suo insegnamento, della sua morte e della sua risurrezione? Come devono essere lette e interpretate le sue parole e la sua vicenda storica oggi? Dall'inizio della storia del Cristianesimo moltitudini di uomini e donne hanno risposto nei modi più svariati all'emblematica domanda che egli pose ai suoi primi discepoli: «E voi chi dite che io sia?» (Matteo 16:15).

Uno studioso contemporaneo ha affermato: «Cristo non ha cessato di assillare e di inquietare le intelligenze filosofiche; ed anche dove è in parte o del tutto assente... tale assenza suscita come l'impressione... di una "cancellatura"»

È arrivata ancora una volta la stagione "natalizia", ma quante persone parleranno e si interrogheranno seriamente sul "mistero di Cristo"? Quanti saranno coloro che non si accontenteranno di "informazioni di seconda mano" di "riscritture" della sua venuta? Certamente il modo più valido e serio per conoscere e comprendere chi egli fu ed è e quale sia stato e sia il significato e lo scopo della sua missione è quello di rivolgerci ai testimoni oculari, a coloro che costituirono la prima e più intima cerchia dei suoi discepoli. L'apostolo Giovanni è uno di loro e, in uno dei suoi scritti spiega, in modo assai sintetico ma efficace, la ragione per la quale Gesù Cristo è venuto o, per usare le sue parole "è stato manifestato".

«Ma voi sapete che egli (Gesù Cristo) è stato manifestato per togliere i peccati; e in lui non c' è peccato» (1 Giovanni 3:5).
«Per questo è stato manifestato il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo» (1 Giovanni 3:8).

Quanti di voi possiedono una Bibbia potranno leggere ciò che l'apostolo Giovanni scrive immediatamente prima e dopo i versetti che abbiamo citato. Egli contrappone la natura santa e giusta di Dio al peccato e all'impurità e, per sottolineare ancora più fortemente come praticare il peccato sia in piena e completa avversione alla natura di Dio afferma che il Figlio di Dio è stato manifestato (si è incarnato, è venuto come uomo, cfr. 1:2) per togliere i peccati... per distruggere le opere del diavolo».

Ecco qui spiegata da "un testimone oculare" quale sia stata la missione di Cristo. Crediamo che la migliore preparazione al Natale sia quella di riflettere su queste cose.

Concezioni popolari, ma incomplete
A cosa pensate in modo più istintivo e immediato quando considerate lo scopo della sua vita? Pensate forse che egli sia venuto per portare pace, amore, fratellanza e gioia agli uomini? Questo sembra il più diffuso ed eloquente messaggio dello "spirito natalizio". In effetti il suo ingresso nel mondo fu accompagnato dall'annuncio della pace e della gioia (Luca 2:8-10). Eppure questo contrasta sia con una delle sue affermazioni: «Non pensate che io sia venuto a metter pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada» (Matteo 10:34), sia dalla storia posteriore alla sua venuta. Talché molti possono dire (non senza valide ragioni): dove sono la pace e la gioia promesse da Cristo? Eppure non c'è contraddizione: la pace e la gioia promesse verranno, ma dopo la spada e la divisione portate nel mondo dalla persona e l'opera di Cristo.

Altra opinione diffusa è quella che Gesù è venuto per farci conoscere Dio. Anche questa risposta non è priva di verità (cfr. Giovanni 1:18). Ma chi considera che sia stato questo lo scopo principale della sua venuta parla di Gesù come di un Maestro e lo pone accanto ai grandi "Guru" e "Guide" della storia umana, non più in alto di altri filosofi, fondatori di religioni e "illuminati" sminuendolo grandemente.

Altri risponderanno che Gesù è venuto per darci un esempio in modo che possiamo vedere, praticamente realizzato, il modo in cui ogni uomo dovrebbe comportarsi. In tal modo si parla di Cristo come "dell'uomo perfetto" o "dell'uomo divino" che, pur essendo morto, è risuscitato metaforicamente nel suo insegnamento avendo influenzato tutta la storia posteriore.

Queste risposte e "interpretazioni" di Cristo e della sua missione pur non essendo sbagliate in senso assoluto, hanno il difetto di cogliere soltanto uno degli aspetti della sua missione e di trascurare del tutto quello fondamentale e principale.

Lo scopo fondamentale della missione di Cristo: togliere i peccati
La venuta del Figlio di Dio in carne, il suo farsi uomo, la sua manifestazione visibile ha avuto come fuoco primario l'eliminazione del peccato. Per questa ragione Giovanni il Battista, vedendolo, usa il medesimo verbo impiegato qui dall'apostolo Giovanni quando esclama per descrivere la sua missione: «Ecco l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo» (Giovanni 1:29).

La descrizione più ampia, quella che comprende tutte le altre è proprio questa. Più che per insegnare, più che per dare un esempio, prima e ancor più che instaurare la pace e la gioia escatologiche del Regno di Dio, il Figlio di Dio è venuto per togliere, nel senso di "portare via, eliminare, far sparire" i peccati. È così che prima di tutto dobbiamo intendere la sua opera. È il peccato il problema fondamentale dell'umanità. È questa la causa radicale di tutti i nostri mali. Proprio perché il peccato è profondamente radicato nell'animo umano e perché, come ha affermato un famoso predicatore, "l'anima impura odia essere purificata", l'uomo vorrebbe "avere pace e gioia", "conoscere Dio" ed "essere buono" senza rinunciare ai propri peccati. Ma ciò non è possibile! Gesù Cristo è venuto proprio per eliminare la forza, le conseguenze e la presenza del peccato stesso dal mondo poiché non potrà esserci felicità per gli uomini fino a quando ci sarà il peccato.

Il cristianesimo è la religione dei peccatori, non quella dei giusti
Adesso, permettete che mi rivolga a voi che leggete in modo più diretto. Gesù stesso ha detto: «Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori a ravvedimento» (Luca 5:32). Se non avvertite profondamente il senso e il peso dei vostri peccati, se non vi misurate con il metro delle legge di Dio (i suoi comandamenti) non potete né comprendere davvero "il mistero del Natale" né apprezzare il valore infinito e la gloria della persona del Salvatore Gesù Cristo. Se "Natale" per voi significa "cenone, panettone e spumante" con la famiglia e "sorrisi e auguri di circostanza" con vicini e conoscenti... state celebrando una festa che non conoscete e che non vi appartiene. Gesù Cristo è venuto per togliere i peccati. Sussulta il vostro cuore di dolore e gratitudine a questo pensiero?

Past. Nazzareno Ulfo

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