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Il grande mandato e l’estensione del discepolato

 

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Le missioni (9) - di Paul David Washer

«Fate miei discepoli tutti i popoli»
(Matteo 28:19)

Nel grande mandato Cristo parla in modo chiaro e diretto: Dobbiamo fare discepoli «tutti i popoli». Alcuni studiosi dichiarano di non essere certi che questa espressione fosse presente nel mandato originario. Essi sostengono che se Cristo fosse stato davvero così preciso rispetto all’universalità della missione ai discepoli, essi non avrebbero esitato così tanto nel rivolgersi agli stranieri. Ma una tale interpretazione è assolutamente ridicola. Vi è un’altra interpretazione più plausibile secondo la quale l’esitazione dei discepoli era dovuta al pregiudizio molto forte che nutrivano verso gli stranieri. Esso continuò a essere fortemente radicato nella chiesa giudaica primitiva fino alla conferenza di Gerusalemme, allorché la questione fu affrontata e chiarita1.

L’ordine di fare discepoli rischia sempre di essere disobbedito, e anche oggi si osservano delle forze che operano nel tentativo di distogliere l’attenzione della chiesa in modo che non adempia alla sua responsabilità di annunciare il Vangelo a ogni popolo del mondo. Il primo problema che si presenta possiamo definirlo “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”, ovvero quando un bisogno si trova in un luogo molto remoto rispetto al nostro, è difficile sentirsi emotivamente coinvolti. Secondariamente, vi è la tendenza, presente sia nei singoli credenti che nelle chiese, a essere egocentrici, a preoccuparci di se stessi, e a pensare in modo quasi esclusivo soltanto alla propria sopravvivenza. Il terzo problema ha a che fare con la grande forza esercitata dall’ambiente culturale, che considera il proselitismo religioso come sinonimo di arroganza e intolleranza, alla stregua di un crimine contro l’umanità. Infine, vi è l’eresia dell’inclusivismo, apparentemente di poco conto, ma pure invadente. Secondo questa eresia, sebbene il cristianesimo possieda una rivelazione superiore della verità, le altre religioni dispongono di una quantità di verità sufficiente a guidare i loro seguaci a Dio.

Affrontando la crescente opposizione e schierandosi contro ogni nemico, il missionario dovrà essere pienamente convinto della assoluta veridicità dell’affermazione più radicale mai fatta da Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me»2. Il missionario dovrà altresì credere che è volontà di Dio che il Vangelo sia predicato a ogni creatura3. Infine, egli dovrà afferrare saldamente la verità secondo cui ciò non potrà avvenire se uomini e donne non lasceranno ogni cosa per seguire Cristo per recarsi in paesi sconosciuti.

«Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? E come potranno sentirne parlare, se non c’è chi lo annunci? E come annunceranno se non sono mandati?»4


NOTE

1 Atti 15:1-35.

2 Giovanni 14:6.

3 Marco 16:15.

4 Romani 10:14-15.

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