La centralità della chiesa nel grande mandato

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Le missioni (33) - di Paul David Washer

“Nella chiesa che era ad Antiochia c’erano profeti e dottori: Barnaba, Simeone detto Niger, Lucio di Cirene, Manaem, amico d’infanzia di Erode il tetrarca, e Saulo. Mentre celebravano il culto del Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse: «Mettetemi da parte Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato, pregato e imposto loro le mani, li lasciarono partire” (Atti 13:1-3).

Abbiamo posto la nostra discussione sulla chiesa, alla fine di questa sezione su “I fondamenti del grande mandato” non perché sia meno importante rispetto agli altri argomenti già trattati, ma per metterla in risalto. Infatti, affermeremo che la chiesa locale è il vero "centro" del grande mandato e dovrebbe essere in prima linea in tutti i nostri sforzi missionari!

Sarebbero pochi coloro che si opporrebbero all'affermazione che il grande mandato è stato dato alla chiesa. Infatti, la maggior parte risponderebbe con un caloroso “Amen!” Tuttavia, bisogna fare un passo avanti se vogliamo che questa affermazione abbia un impatto sul nostro modo di fare missione: dobbiamo definire cosa intendiamo con il termine “chiesa”.

 

Nel Nuovo Testamento, la parola “chiesa” (dal greco ekklesía) è usata per indicare sia la chiesa “universale” sia la chiesa “locale”. La chiesa universale fa riferimento a tutti i popoli in ogni epoca e luogo geografico, i quali sono stati redenti attraverso la fede in Dio e nel sacrificio espiatorio di suo Figlio Gesù Cristo1. Al contrario, la chiesa locale fa riferimento a una singola congregazione di credenti in un tempo e luogo geografico specifico nel mondo2. Essa è una manifestazione visibile della chiesa universale e deve essere governata secondo le direttive, i precetti e la saggezza della Scrittura, relativamente alla sua conduzione, alle ordinanze, alla condotta, ai ministeri e alle metodologie.

Nell'affermare che il grande mandato è l'opera della chiesa, si fa riferimento specificamente alla chiesa locale con i suoi conduttori e la sua congregazione, in opposizione alla chiesa universale, alle organizzazioni “paraecclesiastiche”3, alle agenzie missionarie, ai programmi di cooperazione o ai singoli cristiani. Questo NON significa che queste altre entità siano al di fuori della volontà di Dio o non abbiano alcuna utilità nel progresso del regno di Dio. Stiamo semplicemente cercando di mettere le cose nel loro giusto ordine, e questo ordine pone la responsabilità del grande mandato sulle spalle della chiesa locale e dei suoi conduttori.

Nei vari mandati che si trovano nei Vangeli e nel libro degli Atti, è ovvio che Cristo si rivolge principalmente agli apostoli o “agli undici”. Tuttavia, questo non è un argomento che limita il grande mandato solo agli apostoli o che riduce la responsabilità dell'intera chiesa nel dedicarsi al grande mandato fino alla fine deli tempi.

Nel Vangelo di Luca, si ha la prova che una cerchia di discepoli più ampia degli Apostoli fosse presente quando Cristo diede il suo incarico. Secondo Luca 24:33-48, i due discepoli4 che camminavano con Cristo sulla via di Emmaus erano presenti, così come altri che erano già con “gli undici” quando i due discepoli arrivarono a Gerusalemme. Inoltre, l'apostolo Giovanni ci dice nel suo Vangelo che “i discepoli” erano presenti quando Cristo affidò il suo incarico5. La maggior parte degli studiosi concorda che, sebbene il contesto renda difficile determinare se il riferimento sia agli apostoli o a una cerchia più ampia dei seguaci di Cristo, non è “improbabile” che si intendesse una cerchia più ampia6. Il rinomato studioso del Nuovo Testamento, Leon Morris, scrive:

Il termine “discepoli” è abbastanza ampio da includere altri e non c'è una vera ragione per pensare che si riferisca solo agli “apostoli”. Certamente, se l'occasione è la stessa a cui si fa riferimento in Luca 24:33, c'erano altri presenti, perché Luca li menziona espressamente. Bisogna anche tener presente che in questo stesso capitolo Giovanni parla dei “dodici” (v. 24), per cui presumibilmente intende qualcosa di diverso quando dice “i discepoli”7.

In contrasto con i vangeli di Luca e Giovanni, Matteo e Marco fanno riferimento solo agli “undici” (Matteo 28:16-20; Marco 16:14-15), mentre il libro degli Atti menziona solo gli “Apostoli” (1:1-8). Tuttavia, questo non è un argomento valido per limitare il grande mandato al solo gruppo apostolico. Nel primo capitolo degli Atti, Luca riferisce che agli “apostoli” furono date "delle istruzioni” riguardo al grande mandato (1:2) e ordinato loro di rimanere a Gerusalemme finché non fossero stati rivestiti di potenza (1:8). Tuttavia, nello stesso capitolo, apprendiamo che in risposta a questo comando, “circa centoventi” persone, tra uomini e donne, erano riunite nella sala di sopra (Atti 1:13-14) e aspettavano il compimento della promessa. Quindi, è ovvio che gli apostoli interpretarono gli ordini che erano stati dati loro riguardo al grande mandato come non limitati a loro stessi, ma come appartenenti a una cerchia più ampia, includendo l’intera chiesa.


NOTE

1 Riferimenti scritturali alla chiesa universale: Atti 9:31; I Corinzi 15:9; Efesini 1:22; 3:21; Efesini 5:25-32; Ebrei 12:22-23.

2 Riferimenti scritturali alla chiesa locale: Atti 14:23; Romani 16:1; I Tessalonicesi 2:14; Filemone 1:2.

3 “Paraecclesiastiche”. Il prefisso greco parà significa “camminare a fianco”. Denota quindi un ministero che si sviluppa a fianco della chiesa per aiutare. Per esempio, lo Spirito Santo è indicato come “l'aiutante”, con la parola greca parákletos [pará = accanto + kaléo = chiamare], che letteralmente denota uno che è “chiamato accanto per aiutare”.

4 Questi due uomini che camminavano con Cristo sulla strada di Emmaus (Luca 24:13-32) non erano apostoli, ma appartenevano alla più ampia cerchia di discepoli che erano con gli apostoli (Luca 24:9). Uno di loro si chiamava Cleopa (Luca 24:18).

5 Giovanni 20:19-21.

6 Andreas Köstenberger scrive: “Alla luce della menzione di Tommaso come “uno dei dodici” in Giovanni 20:24, è possibile che questa apparizione della risurrezione sia avvenuta davanti ai dodici meno Giuda e Tommaso, sebbene non sia improbabile che anche altri si siano uniti a loro” (John, Baker Exegetical Commentary, p. 571).

7 Leon Morris, The Gospel According to John, The New International Commentary on the New Testament, p. 844).