La necessità dello Spirito

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Le missioni (27) - di Paul David Washer

 

«Ed ecco, io mando su di voi la promessa del Padre mio; ma voi restate in città finché non siate rivestiti di potenza dall’alto» (Luca 24:49)

«Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra» (Atti 1:8)

Il libro degli Atti contiene il racconto missionario della chiesa primitiva. Come è stato spesso riconosciuto, non sono tanto gli atti degli apostoli quanto gli atti dello Spirito Santo attraverso gli apostoli. Infatti, anche una lettura più sommaria di questo libro, dimostra che l'opera delle missioni è dello Spirito1. Coloro che vogliono partecipare al grande mandato devono essere riempiti, potenziati e guidati dallo Spirito.

 

Una delle più grandi contrarietà di questa generazione è la negligenza e persino la paura dello Spirito Santo. Questo è il risultato delle molte eresie che sono state insegnate riguardo alla sua persona, opera e manifestazioni. Innumerevoli falsi insegnamenti, che contraddicono le stesse Scritture che lo Spirito ha ispirato, sono stati proclamati nel nome dello Spirito. Stravaganti manifestazioni della carne, emotività, fanatismo e comportamenti che non si addicono ai santi sono stati erroneamente attribuiti allo Spirito Santo, anche se contraddicono il frutto che lo Spirito ha promesso di portare nella sua Parola2. Infine, le imprese più sciocche e dannose sono state avviate, giustificate e promosse da coloro che affermano di essere stati guidati dallo Spirito. 

Tutte queste cose e innumerevoli altre hanno influenzato molti santi ad essere così cauti riguardo allo Spirito al punto che la sua persona e il suo potere sono raramente menzionati tra loro. Tuttavia, se vogliamo portare il Vangelo fino alle estremità della terra, dobbiamo riconquistare ciò che è stato perso. Senza cadere nella trappola delle eresie e delle false pratiche che abbondano, dobbiamo di nuovo riconoscere l’assoluta essenzialità dello Spirito Santo nella nostra vita e nell’opera delle missioni. In questo articolo e in quelli che seguiranno si prenderà in considerazione l'opera dello Spirito nel grande mandato, considerando la sua opera nella vita degli apostoli e della chiesa primitiva. In questo articolo, guarderemo gli apostoli da tre diverse prospettive: prima della risurrezione, dopo la risurrezione e dopo il giorno di Pentecoste.

Gli apostoli prima della risurrezione

A causa della grande ammirazione per gli apostoli, si ha la tendenza a metterli su un piedistallo e a vederli come più che semplici uomini. Ciò rende difficile identificarci con loro o vedere la vera fonte della loro vita e del loro potere. Tuttavia, quando consideriamo le loro vite prima della risurrezione, diventa chiaro che erano uomini con una natura come la nostra e soggetti a passioni simili3.

Prima della risurrezione, Gesù rimproverava spesso gli apostoli per la loro durezza di cuore e incredulità. Erano uomini di poca fede4. discutevano su chi tra loro fosse il più grande5. e nella loro presunzione e nel loro pregiudizio, cercavano di far scendere il fuoco dal cielo sui loro nemici6. Una volta, Gesù li definì addirittura una pietra d’inciampo perché non avevano posto la loro mente sull’interesse di Dio, ma su quello dell’uomo7. Infine, al momento della crocifissione il Signore fu abbandonato da tutti, e Pietro lo rinnegò persino davanti a una serva insignificante8. In fin dei conti, prima della risurrezione, gli apostoli non erano grandi uomini di valore, virtù o intuito, ma, secondo le stesse parole di Gesù, erano “uomini insensati e lenti di cuore nel credere a tutte le cose che i profeti avevano detto”9

Gli apostoli dopo la risurrezione

Anche se la realtà della risurrezione ebbe un evidente impatto sulla vita dei discepoli, essi erano ancora un misto di obbedienza, riverenza e incredulità. Questo si vede chiaramente nei versi immediatamente precedenti il grande mandato riportato da Matteo:

“Ma gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva designato. Quando lo videro, lo adorarono; ma alcuni erano dubbiosi”10.

In questo testo, l’obbedienza degli apostoli si vede nel fatto che procedettero verso il luogo che Cristo aveva designato per loro. La loro riverenza è evidenziata dal fatto che quando videro Cristo lo adorarono11. Tuttavia, in mezzo alla loro obbedienza e riverenza, alcuni di loro erano ancora “dubbiosi”12. La parola è tradotta dalla parola greca distázo [dís = doppio + stasis = uno stare], che denota un doppio stare, un vacillare, o un’incertezza. È la stessa parola usata per Pietro quando cominciò a dubitare mentre camminava sul mare13. Così, anche dopo la risurrezione, gli apostoli non erano ancora gli uomini che conosciamo dal libro degli Atti. Non erano il tipo di uomini che potevano sconvolgere il mondo14.

Gli apostoli dopo il giorno di Pentecoste

Il giorno di Pentecoste rappresentò il grande punto di svolta nella vita e nel ministero degli apostoli. Fu in quel giorno che essi furono autorizzati e incoraggiati ad affrontare il mondo e a portare il Vangelo di Gesù Cristo in ogni angolo della terra. A Pentecoste, non vediamo più il dubbio e la timidezza che avevano contrassegnato gli apostoli fin dall'inizio, ma siamo testimoni in loro proprio di ciò che Gesù aveva promesso:

“Ed ecco, io mando su di voi la promessa del Padre mio; ma voi restate in città finché non siate rivestiti di potenza dall'alto”15.

“Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi; e mi sarete testimoni sia a Gerusalemme, sia in tutta la Giudea e la Samaria, e fino alla parte più remota della terra”16.

La parola “rivestiti” è deriva dal verbo greco endúo. Nella forma passiva, significa essere dotato, vestito o rivestito. Il giorno di Pentecoste, gli apostoli furono letteralmente rivestiti o investiti del potere di Dio, che li mise in grado di portare avanti la causa di Cristo attraverso il grande mandato. La risurrezione fu una grande rivendicazione o dimostrazione delle rivendicazioni di Cristo. Tuttavia, anche questo grande evento non poteva produrre i risultati necessari nei cuori degli apostoli senza un’opera soprannaturale dello Spirito. La più grande conoscenza e il più alto grado di certezza riguardo alla fede cristiana non sono sufficienti per promuovere un’impresa missionaria universale. Avevano bisogno della potenza dello Spirito Santo. Non abbiamo forse bisogno dello stesso?

Nel prossimo articolo, considereremo il giorno di Pentecoste come un evento unico nella storia che ha importanti implicazioni per tutti i credenti in ogni generazione della chiesa. Tuttavia, prima di andare avanti, faremmo bene a porci le seguenti importanti domande: Primo, descriveremmo la nostra vita e il nostro ministero come dotati di potere, rivestiti o investiti di potere? In secondo luogo, possiamo dire con l’apostolo Paolo che operiamo secondo la potenza di Dio, che opera potentemente in noi?17 In terzo e ultimo luogo, è evidente che il nostro messaggio e la nostra predicazione non sono in parole persuasive di saggezza, ma in una dimostrazione dello Spirito e di potenza?18 Se queste domande rivelano che siamo carenti o addirittura privi della potenza dello Spirito, allora una maggiore comprensione del giorno di Pentecoste è assolutamente indispensabile.


NOTE

1 Ci sono cinquantasette riferimenti allo Spirito Santo nel libro degli Atti.

2 Galati 5:22-23.

3 Giacomo 4:17.

4 Matteo 16:8.

5 Marco 9:33.

6 Luca 9:54.

7 Matteo 16:23.

8 Matteo 26:56; 69-75.

9 Luca 24:25.

10 Matteo 28:16-17.

11 La parola “adorazione” deriva dalla parola greca proskunéo, che è usata nel Nuovo Testamento per indicare l’adorazione a Dio solo.

12 Stavano combattendo nelle loro menti su ciò che stavano vedendo. Era davvero Lui? Questo è comprensibile alla luce di tutto ciò che veniva chiesto loro di credere, e il costo che tale fede avrebbe richiesto loro.

13 Matteo 14:31.

14 Atti 17:6.

15 Luca 24:49.

16 Atti 1:8.

17 Colossesi 1:29.

18 1 Corinzi 2:4.