Il messaggio e il suo obiettivo

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Le missioni (15) - di Paul David Washer

 

«Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente» (Matteo 28:19-20)

«Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura» (Marco 16:15)

«Allora aprì loro la mente per capire le Scritture e disse loro: «Così è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme. Voi siete testimoni di queste cose» (Luca 24:45-48)

«Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch'io mando voi»(Giovanni 20:21)

«Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra» (Atti 1:8)


Le cinque dichiarazioni del grande mandato presenti nei vangeli e nel libro degli Atti forniscono una ricca quantità di informazioni utili a mostrare una definizione accurata e una migliore comprensione di cosa sia un missionario e di quali siano i suoi doveri primari. Al fine di afferrare meglio queste informazioni, verranno considerati cinque aspetti specifici che emergono da questi testi biblici e che vengono di seguito riportati: l’autorizzazione, l’ambito del ministero, il messaggio, l’obiettivo e la gamma delle attività.

Nel presente articolo si prenderanno in considerazione il messaggio e l’obiettivo del grande mandato.

Il messaggio

In tutto il Nuovo Testamento, il messaggio di massima importanza e principale del grande mandato consiste nel Vangelo di Gesù Cristo. Questa verità è dimostrata in modo succinto e con potenza nelle undici parole con cui Marco presenta il mandato: “Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura”1. Luca dichiara la medesima verità arricchita di maggiori dettagli fornendoci il contenuto del Vangelo:

“Così è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme. Voi siete testimoni di queste cose”2.

Se c’è una verità che emerge più di ogni altra intorno alla persona del missionario è che questi è un araldo del Vangelo. Il suo compito è quello di conoscere il Vangelo e di essere in grado di proclamarlo in modo da far comprendere anche le verità più intricate e profonde anche ai meno istruiti, siano essi uomini, donne o bambini. Sul fronte di missione non vi è spazio per i novizi nelle dottrine del Vangelo, i quali attirerebbero un giudizio su se stessi e la morte tra il popolo a cui sono inviati. La Scrittura dichiara chiaramente che coloro che predicano un Vangelo non biblico attirano una condanna su se stessi e, come i farisei dell’antichità, serrano il regno dei cieli davanti alla gente; poiché non vi entrano loro, né lasciano entrare quelli che cercano di entrare3.

In aggiunta a questa qualifica concernente la proclamazione del Vangelo, il missionario deve anche essere capace di insegnare tutte le cose che Cristo ha comandate4, il che include tutte le cose scritte nella legge e nei profeti prima della sua venuta, e le istruzioni ispirate dagli apostoli che Cristo stesso comandò loro di scrivere dopo la sua dipartita5. Possiamo perciò affermare che il missionario non è soltanto un araldo del Vangelo, ma anche uno scriba che si occupa di tutto ciò che è scritto. Il missionario non è un ideatore di nuove verità, né un revisore di quelle vecchie. Egli non è stato chiamato a inventare un messaggio, ma a proclamare fedelmente e a insegnare l’ispirata, inerrante e infallibile Parola del Dio vivente6. E in questa sua attività di predicazione e insegnamento della Parola di Dio, il Vangelo di Gesù Cristo deve occupare il posto centrale: sempre al centro della scena!

L’obiettivo

Dai cinque mandati che si possono leggere nei vangeli e nel libro degli Atti, si apprende che il grande obiettivo di tutto lo sforzo missionario consiste nel fare discepoli. Su questo fatto non si potrà mai esagerare. Per quanto concerne il ministero, il missionario è un produttore di discepoli! Di fatto, il fare discepoli è il parametro adatto con cui giudicare l’efficacia di ogni attività missionaria. Nonostante tutta la determinazione, lo zelo, la fatica e i sacrifici, il missionario deve chiedersi costantemente: “La mia vita e il mio ministero stanno producendo un incremento e un rafforzamento di sinceri discepoli di Gesù Cristo?”

Nella nostra epoca caratterizzata dalla superficialità, è importante rendersi conto che fare discepoli è più che vedere mani alzate in una campagna evangelistica o un incremento di battesimi su base annuale. Fare discepoli in modo vero e biblico significa avere delle persone che sono state vivificate dallo Spirito7, che confidano esclusivamente nella persona e nell’opera di Cristo8, che crescono nella conoscenza della Scrittura9, che sono rese conformi all’immagine di Dio10, e che sono membri attivi di una chiesa biblica11. Ribadiamo: lo standard per chiunque metta piede nel campo di missione, dal predicatore all’amministratore della missione, è questo: “Si stanno producendo dei discepoli di Cristo?”

Detto ciò, bisogna usare una buona dose di saggezza e attenzione ogni qualvolta si voglia giudicare l’efficacia del nostro o dell’altrui operato.

Ecco le domande fondamentali da porsi:

  1. l’obiettivo del nostro ministero è biblico?

  2. stiamo usando i mezzi biblici per raggiungerlo?

  3. ci stiamo adoperando fedelmente, duramente e con perseveranza come si richiede a un servo di Cristo?

Dobbiamo essere consapevoli che la sovranità di Dio e il nostro specifico campo d’azione saranno determinanti per i risultati della nostra opera. Certi missionari lavorano per molti anni, seminando un seme che non porta frutto se non in generazioni successive. Altri entrano nella loro fatica e ne raccolgono i frutti. Chi giudica il lavoro di un missionario solo in base ai numeri, molto spesso misura con il metro sbagliato e guarda attraverso una lente distorta.


NOTE

1 Marco 16:15.

2 Luca 24:26.

3 Matteo 23:13.

4 Matteo 28:20.

5 2 Timoteo 3:16-17: “Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona”. Romani 15:4: “Poiché tutto ciò che fu scritto nel passato, fu scritto per nostra istruzione, affinché mediante la pazienza e la consolazione che ci provengono dalle Scritture, conserviamo la speranza”.

6 2 Timoteo 3:15-17; 4:1-2; 2 Corinzi 1:17; 2:1-2.

7 Giovanni 3:3-5; Efesini 2:4-5.

8 Atti 4:12; Galati 6:4.

9 1 Pietro 2:2.

10 Romani 8:28-29; Efesini 4:22-24.

11 Ebrei 10:23-25.